San Stino di Livienza recita la carta d’identità, ma se hai sommato oltre 200 presenze con la maglia della squadra dello Stretto, sei nella top 5 dei calciatori più “longevi “ in amaranto e vieni annoverato unanimemente tra gli uomini che hanno dato il maggior contributo all’affermazione della Reggina, casa tua non può che esser Reggio Calabria.
Massimo Mariotto è, a tutti gli effetti, una delle leggende della Reggina ed il suo nome resterà indissolubilmente legato alla storia del Club. Oggi, è stato ospite della trasmissione “Tutti Figli di Pianca”, condotta da Ferdinando Ielasi con Alfredo Auspici e Franco Polimeni, in onda su Touring 104.
Inevitabile un tuffo nei ricordi di un passato amaranto glorioso. “La Reggina che ci portò dalla C quasi alla A era una squadra fortissima – racconta l’indimenticato centrocampista – che aveva fame, che aveva mentalità, determinazione, le persone giuste al posto giusto. La divisione dei ruoli all’interno del Club era perfetta e precisa. Il presidente faceva il suo, il direttore altrettanto, così come il tecnico ed i giocatori. Rispetto reciproco, nessuna confusione: è questo il segreto del successo e sta alla base dei problemi attuali che, a vari livelli, attanagliano molte realtà”.
Nel prossimo turno, amaranto di fronte alla Juve Stabia, club che evoca la semifinale playoff persa nel ’94.”Brutti ricordi, chiudemmo il campionato con 15 punti più di loro, buttammo via la qualificazione alla finale in quel doppio confronto, un rammarico enorme”.
Chiusa la carriera da calciatore, Mariotto ha intrapreso quella di direttore sportivo. A Benevento un grandissimo lavoro, l’ultima esperienza alla Salernitana, chiusa con le sue dimissioni.“Nel calcio ho imparato che non basta arrivare secondi per affermarsi. L’esperienza alla Salernitana è stata travagliata – spiega – non c’erano le condizioni giuste per lavorare: quella suddivisione precisa dei ruoli di cui parlavo prima, appunto. Somiglianze tra Foti e Lotito? Molte. Tuttavia, al di là degli errori fatti che io ho spesso sottolineato magari facendo offendere il Presidente, bisogna riconoscergli gli enormi meriti per i miracoli fatti per la Reggina e per l’energia profusa ancora oggi, tenendo in piedi questa realtà facendo fronte a tantissime difficoltà”.
Non c’è spazio per Mariotto nella Reggina del presente e del prossimo futuro. “Purtroppo con il Presidente Foti, pur avendo avuto un rapporto privilegiato negli anni in cui sono stato in amaranto, non mi sono lasciato benissimo. Mi sarebbe piaciuto dare il mio apporto dopo aver chiuso la carriera da calciatore, non è stato così e non me ne faccio un cruccio. Doveva andare così, evidentemente. Abbiamo preso strade diverse. A volte c’è amarezza, certo, vorrà dire che farò il tifo…”.
Il presente racconta delle difficoltà della squadra nel campionato di Lega Pro.“Bisogna ricostruire, la Reggina non potrà fare la C da protagonista e sarà essenziale mantenere la categoria. Ciccio Cozza dovrà tener duro, dare fiducia, qualcosa di buono in campo la sto vedendo e lui deve mantenere la carica perché sta facendo un buon lavoro. Il percorso della Reggina per risolvere le sue problematiche non sarà facile, tantomeno rapido – conclude Mariotto – ma ritrovando i propri valori e la propria identità il Club potrà farcela ancora una volta”
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