Ancora una volta, la Reggina non riesce ad “espugnare” il Granillo dove non trova il sorriso pieno dallo scorso 1 febbraio. Gara sofferta, con un primo tempo ricco di brio ed una ripresa dai ritmi compassati, frutto di un atteggiamento pugliese remissivo, volto al raggiungimento di un pari prezioso. Missione compiuta, solo dal Barletta. La Reggina esce dal Granillo con una valigia colma di rimpianti.
Di Lorenzo torna a calcare zolle più familiari occupando una fascia destra amaranto finora senza padrone. La fascia di capitano stretta al suo braccio testimonia una volta di più la fiducia del Club nei suoi confronti. Esordio stagionale sulla mancina per Karagounis, davanti confermate le ipotesi della vigilia con Louzada in luogo dell’infortunato Di Michele. A specchio il Barletta di Marco Sesia con il suo 4-3-3 che ha in Floriano l’elemento di punta.
Quattordici sconfitte in sedici precedenti con la Reggina. Uno score impressionante segna la storia di questo incontro, ma che il Barletta abbia intenzione di opporsi a tradizione e blasone lo si intuisce immediatamente quando dopo appena due giri d’orologio Fall allunga la difesa amaranto e calcia in porta trovando Kovacsik sicuro. L’undici amaranto non arretra, spinge. In 15 minuti Louzada fa sobbalzare i tifosi presenti sugli spalti del Granillo trovandosi per ben tre volte in posizione utile per cercare la rete ma riesce nell’impresa di prodursi in altrettante posizioni di fuorigioco, almeno due per la verità quantomeno dubbie.
Il brasiliano, finalmente, sembra esser presente. I compagni lo cercano, gli amaranto rubano metri e provano a fare la gara. Ordine e pazienza, queste le qualità richieste da mister Sesia ai suoi che non disdegnano la ripartenza e minuto dopo minuto risalgono il terreno. Sul solito Fall, liberato a centro area, è necessario un intervento super di Kovacsik. Il Barletta non improvvisa, ha metodo e determinazione. Con il palleggio arriva sovente sulla trequarti: azione manovrata ed alla mezzora Venitucci spreca di fronte a Kovacsik portando a tre i brividi sulla schiena dei tifosi amaranto. La frazione va in archivio senza ulteriori colpi di scena.
Vivo Louzada, pungente Insigne, ancora una volta impalpabile Masini. Quando le squadre sbucano dal tunnel per riprendere il gioco, l’ex Catanzaro ha già lasciato spazio ad Alessio Viola. Cozza svuota il centro dell’attacco con l’idea di riempirlo attraverso gli inserimenti senza palla ma la sua Reggina, come nella seconda parte del primo tempo, fatica nella porzione di campo dove, fino ad oggi, ha fatto vedere le cose migliori. Centrocampo amaranto intorpidito da un Barletta che consente il giro-palla appena con i centrali difensivi andando ad intasare, con sapienza, gli spazi in mediana: mai una giocata comoda, mai una linea verticale a disposizione per Rizzo e compagni.
Il tecnico amaranto intensifica gli scambi di posizione tra le ali e gli interni di centrocampo. Quando gli esterni tagliano verso il campo, il Barletta traballa. Insigne scappa alle spalle del terzino convergendo a centro area raccogliendo un assist di Dall’Oglio: solo la traversa non rende la parabola fatale per il Barletta. Lo schieramento di Sesia si disegna in un 4-1-4-1 ancora più abbottonato in fase di non possesso, ora la Reggina preme. Quando l’attaccante partenopeo ci riprova con una traiettoria impossibile da posizione decentrata e sfiora il gol, il Barletta si fa ulteriormente ingolosire dalla prospettiva del pari ed arretra ancora il baricentro.
Sesia lancia Dell’Agnello ed il centravanti fresco, piantandosi tra i due centrali amaranto, riesce a riciclare un buon numero di palloni, buoni non tanto ad offendere quanto a far respirare una squadra, quella pugliese, che con un secondo tempo di concentrazione e sacrificio porta via dal Granillo un punto meritato.
Gianpiero Versace – Reggionelpallone.it
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