Una promozione svanita clamorosamente dopo un campionato condotto al vertice, la rivincita 12 mesi più tardi con il salto in B e, ancora, la salvezza rocambolesca ed emozionante con un finale di stagione memorabile in cadetteria. Tre anni intensi quelli di Marco Carrara alla Reggina: sempre titolare nel cuore del centrocampo amaranto, 97 gare disputate con un bottino di 8 reti.
Nel turno infrasettimanale gli amaranto ospiteranno il Barletta e lui, ex centrocampista ed oggi allenatore, è tra i tanti ad aver animato una vera e propria colonia in Puglia nelle ultime stagioni. Prima vice di Nevio Orlandi, allenatore in prima dopo il suo esonero.
Marco Carrara è stato ospite di “Tutti figli di Pianca”, trasmissione condotta da Ferdinando Ielasi con Alfredo Auspici e Franco Polimeni in onda su Touring 104. “Gli anni più belli della mia carriera l’ho vissuti a Reggio, mi basta parlarne per assaporare una piacevole nostalgia. Ricordi straordinari”.
Nitida la memoria di quel gruppo straordinario di cui fece parte in riva allo Stretto.“Eravamo una squadra fisica, con enorme carattere, il campionato ci sfuggì clamorosamente il primo anno. Poi arrivò Alfredone O’Rey (testuale, riferendosi ad Aglietti) ed ammazzammo il campionato conquistando la B con grande vantaggio. La svolta fu al Partenio quando vincemmo contro la nostra concorrente, l’Avellino: gare che rimangono dentro, indimenticabili. Tantissima gente da Reggio, feci l’assist ad Alfredo, fu bellissimo esser decisivo in quella partita”.
Carrara nella passata stagione sedeva sulla panchina del Barletta, vivendo una situazione piuttosto singolare.“Ci furono fattori ambientali veramente pesanti, che gravarono sul gruppo. Era difficile anche trovare stimoli, è stato un campionato paradossale con le retrocessioni bloccate e l’unico obiettivo di far giocare i giovani per monetizzare il minutaggio. E’ stato un campionato poverissimo dal punto di vista tecnico”.
Fiducia nella Reggina, gli amaranto centreranno l’obiettivo. “Ciccio Cozza troverà la soluzione – conclude Carrara – l’ho incontrato quando allenava a Pisa l’anno scorso ed era riuscito a dare un’impronta alla squadra. E’ bravo, ce la farà”.
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