Una mazzata. Una autentica, crudelissima mazzata. La Reggina ha perso il derby dello Stretto, proprio nella serata in cui poteva trovare ulteriore slancio sulla strada della ricostruzione e del ritorno dell’entusiasmo. Lo ha fatto al termine di una gara che dimostra quanto questo sport, a volte, sappia essere di una cattiveria unica. Gli amaranto hanno giocato al calcio, pur con i loro limiti e le loro contraddizioni. Sprecando tanto, sprecando troppo. Il Messina invece, si è ritrovato a vincere una partita che l’ha visto quasi sempre chiuso nella propria trequarti di campo, per difendere con le unghie e con i denti un pareggio che alla fine gli sarebbe stato decisamente largo. Ai “cugini” peloritani è bastato calciare una sola volta verso lo specchio difeso da Kovacsik, per portarsi a casa il derby. Una storia da non crederci, fermo restando che l’andamento della sfida di venerdì non basta per addolcire la sconfitta. Anzi, la rende ancora più amara e indigesta.
Ai ragazzi di Cozza, si può rimproverare la poca cattiveria sottoporta e la solita amnesia proveniente dall’out destro difensivo (a proposito, se tutti e quattro i gol subiti sono stati frutto sempre dello stesso ‘buco’, un campanello d’allarme, piccolo o grande che sia, deve cominciare a scattare). Ma non altro. Non di certo la voglia e l’attaccamento. Non di certo il desiderio di provare fino in fondo a regalare una gioia immensa ai 10.000 del Granillo.
E’ vero, alla fine conta il risultato. Specie quando ti porti ancora il segno di una stagione come quella passata, che ti ha visto perdere 25 volte su 42. Specie quando la partita in questione è il derby. Adesso però, bisogna ripartire Senza ripetere gli imperdonabili errori delle ultime stagioni, che hanno visto progetti e speranze andare a farsi benederire di fronte alle prime avversità . Senza creare nessun tipo di polveriera, senza mettere sulla graticola nessuno. Si, perdere il derby dello Stretto, per di più in casa, rappresenta una mazzata. Ma non la fine del mondo. La beffa di venerdì, non può e non deve minare le certezze ed il lavoro di un gruppo che, allenatore in primis, merita fiducia. Uno schiaffo in pieno viso può tramortirti per un pò, ma poi deve servire da lezione per migliorare e riprendere il cammino.
Un’ultima annotazione, tanto per restare in tema. In questi 2 giorni, ho letto e sentito commenti secondo i quali aver perso col Messina lascia il tempo che trova, viste le storiche vittorie del 30 aprile 2006 e del 18 aprile 2007. Mi permetto di non essere d’accordo, in quanto le date appena elencate, pur rappresentando “storia incancellabile“, fanno comunque parte del passato. Non si vive di ricordi, bisogna pensare al presente ed al futuro. Soprattutto nel periodo attuale, aver perso venerdì deve bruciare maledettamente a tutti, nessuno escluso. Per tutta una serie di motivi. L’importante è che la rabbia si trasformi in energia positiva, da trasmettere ad una squadra che deve rialzare subito la testa, a partire dalla difficilissima trasferta del via Del Mare di Lecce…
f.i.-rnp
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