Impossibile parlare dell’avversario che domani affronterà la Reggina e non pensare subito a loro: Cassano, Volpi e Cacia. Troppo fresca (e dolorosa) la ferita, domani troveranno ad aspettarli un accoglienza non esattamente amichevole. Sarebbe sbagliatissimo, sia chiaro, farli passare per i capri espiatori di una stagione fallimentare, come unici colpevoli di un annata da dimenticare. Innegabile, però, che se qualche giocatore ha fallito più degli altri, ha reso enormemente meno rispetto alle aspettative, quel tipo di delusione è rintracciabile proprio nei tre calciatori che domani giocheranno, c’è da scommetterlo, con il sangue agli occhi. Per cercare di spazzare il ricordo, per dire ai tifosi che la colpa non era (tutta) loro.
Cassano, arrivato da Piacenza accompagnato dal pesante titolo di miglior portiere della serie cadetta, ha toppato un paio di partite. Qualche errore ci può stare, forse i tifosi hanno perdonato meno alcune reazioni plateali verso la curva, amareggiata dagli insuccessi della Reggina. Diciassette presenze, poi il rapporto con la città e precipitato, e a Gennaio la cessione è parsa inevitabile, troppa elettricità nell’aria.
Cosa dire di Sergio Volpi? per lui garantiva Novellino, è stato il giocatore che più ha voluto. La carriera di Volpi non aveva bisogno di presentazioni : tanta serie A, e ultimamente neanche quella del lato di destra della classifica. Il compito che l’allenatore gli aveva affidato era chiaro : vai, e illumina il gioco, detta i tempi della manovra. Niente di più semplice, per chi non aveva fatto altro negli ultimi dieci anni. Qui casca l’asino. Volpi, invece di accendere il gioco amaranto, ne è stato oscuro complice. Le difficoltà di squadra rispecchiavano le sue, alle prese con avversari più giovani e rapidi, e una volta che l’allenatore a lui caro è stato esonerato, gli si sono spalancate le porte della tribuna. Questa estate, una rescissione consensuale ha evitato un altro anno da separati in casa.
Anche Cacia era arrivato tra l’entusiasmo generale. Conosciuta l’elite del calcio nazionale (l’acquisto da parte della Fiorentina) veniva da un paio di stagioni tribolate, infortuni e rapporti non idilliaci con gli allenatori: “da Reggio partirà il mio rilancio, supererò la doppia cifra” furono le sue prime convinte parole. In realtà a fine stagione, i gol realizzati da Cacia saranno solo quattro. In campo scarso feeling con Bonazzoli, stesso discorso con Bienza, l’equivoco tattico non è mai stato risolto, e pensare che Novellino aveva giurato che avrebbe trovato un assetto che permetteva il contemporaneo utilizzo di tutti e tre.
Tre valigie riempite, tre esperienze chiuse in maniera amara, senza saluti affettuosi e abbracci. Domani arriveranno al Granillo per sfidare la Reggina; tanti fischi, sfottò, qualche coro non proprio cordiale, dopo le strade si risepareranno. La Reggina proverà a batterli, forse con qualche motivazione in più del solito. Per guardare al futuro con rinnovato ottimismo, niente di meglio che esorcizzare il proprio passato.
Pasquale Romano
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