Il debutto della Reggina in terra d’Irpinia, ha origini lontanissime. Il 16 gennaio 1949 (serie C, 15^ di andata) agli amaranto di Rossetto non basta il gol siglato da Lucchesi, in quanto ad aggiudicarsi l’intera posta in palio sono i biancoverdi di Ricciardi, i quali si impongono per 2-1. Alla fine del torneo, i campani vennero promossi sul campo, ma una successiva indagine, scaturita da una denuncia del Catania, portò la Caf a trasformare quella promozione in retrocessione, a causa di alcuni “tentativi di corruzione”.
Nel 51-52, sempre in serie C, il primo pareggio della serie: sul campo neutro di Pomigliano, l’Avellino di Tofani e la Reggina di Zamberletti si divono la posta in palio, impattando per 0-0. A reti bianche, anche la sfida del 54-55: si gioca in IV serie, entrambe le compagini vivacchiano a centro-classifica (a guidare gli amaranto è Dolfin, ex calciatore ed allenatore di Locri e Palmese). Nel 55-56, torna il segno “1”: al Comumale di Avellino (il Partenio, costruito da Costantino Rozzi, fu inaugurato 15 anni più tardi), la Reggina di Oronzo Pugliese perde col più classico dei 2-0, interrompendo una serie positiva che durava addirittura da 22 giornate. Nonostante quel ko, Gatto e compagni vinceranno il campionato, chiudendo al 1° posto con 6 punti di vantaggio sulla Cirio Napoli.
Nel 59-60, si torna in serie C. A 3 giornate dal termine, l’undici di Migliorini, subentrato a Bosi, pareggia per 0-0 lo scontro-salvezza di Avellino (entrambe le squadre riusciranno a salvarsi). Nel 60-61, il primo successo amaranto: in casa dei “lupi”, fanalino di coda del campionato, un guizzo di Mastrototaro manda agli archivi lo 0-1. Nuovo successo locale, nel 62-63: anche questa volta l’Avellino annaspa in ultima posizione, ma riesce comunque a battere la Reggina, col punteggio di 2-1 (per la compagine dello Stretto, allenata da Di Gennaro, la rete è firmata Ronzulli). La Campania resta amara nel 64-65, quando gli amaranto di Maestrelli perdono 2-0 sul campo dei biancoverdi di Giunchi. Il torneo in questione, terminerà col trionfo della Reggina, che stacca di 1 punto il Taranto e di 2 la Casertana, portando per la prima volta Reggio Calabria in serie B.
Divise per oltre 20 anni dalle categorie, Avellino e Reggina si ritrovano nell’ottobre del 1988, per il primo match targato serie B. I biancoverdi di Enzo Ferrari sono appena retrocessi dalla serie A (a nulla era servito il “drammatico” 1-1 in casa dell’Inter, con 10.000 tifosi irpini al seguito) mentre gli amaranto di Nevio Scala hanno riportato la B in riva allo Stretto dopo 14 anni di attesa. Al Partenio termina 0-0, ma la “matricola Reggina” desta un’ottima impressione, sfiorando più di una volta il gol della vittoria; quella squadra sbarazzina e propositiva, finirà col fare innamorare una città intera, perdendo la serie A allo spareggio con la Cremonese, dopo la crudele lotteria dei calci di rigore.
La serie A soltanto sfiorata dalla Reggina di Scala, prova a riprendersela l’anno seguente quella di Bolchi. Per tenere il passo del Parma però, Simonini e compagni hanno un solo, unico obiettivo: sbancare Avellino a 2 giornate dalla fine. Anche sul fronte locale, conta solo vincere: sulla panchina dei “lupi” siede Nedo Sonetti, il quale ha sostituito il compianto Adriano Lombardi, bandiera del calcio biancoverde scomparso a causa della Sla (nel 2008 l’Avellino ritirerà la maglia numero 10 da lui indossata, mentre nel 2011 gli intitolerà lo stadio, che adesso si chiama “Partenio-Adriano Lombardi). Tra le due tifoserie, all’epoca c’era una grande amicizia, testimoniata dallo striscione “reggini Amici”, che gli ultras irpini dedicano agli oltre 1.000 tifosi giunti dalla Calabria. A guidare l’attacco avversario, Gianfranco Cinello, arrivato in Campania proprio dalla Cremonese: sarà lui, nella ripresa, a siglare la doppietta che vale il 2-0 per i padroni di casa, e spegne nuovamente i sogni di gloria amaranto…
Completamente diversa, l’atmosfera che si respira nel 90-91 (sulle due panchine, Oddo e Cerantola). Nonostante i proclami altisonanti di inizio anno, ad 1 giornata dalla fine la compagine dello Stretto si reca in Campania già retrocessa. L’1-1 finale, maturato nel giro di pochi minuti per via del botta e risposta tra Carbone e Vignola, sta bene anche ai padroni di casa, ad un passo dalla salvezza.
Nei primi anni ’90, Avellino e Reggina tornano a fronteggiarsi in serie C. Nel 92-93, torna di moda lo 0-0: sulla panchina biancoverde c’è ancora Adriano Lombardi, su quella amaranto siede invece Geretto. A Reggio sta per scoppiare la contestazione a causa dei deludenti risultati, ma quel giorno la compagine dello Stretto disputerà una discreta gara, andando vicina al colpaccio con una gran punizione di Bizzarri. Porte inviolate, anche nel 93-94: il primo posto occupato dal Perugia è ormai irraggiungibile la Reggina di Enzo Ferrari, ex della sfida, ha già la testa ai playoff, nonostante alla fine della stagione regolare manchino ancora 5 partite (a giugno sarà la Juve Stabia a spezzare i sogni di gloria, beffando gli amaranto in semifinale).
Nel 94-95, il ricordo più bello. Pareggiando in casa col Barletta, la Reggina targata Zoratti ha frenato la rincorsa alla serie B, ma anche l’Avellino di Papadopulo non è andato oltre il pari in casa dell’Atletico Catania, rimanendo a -3. Il big match si gioca di sabato, a 6 gornate dalla fine, ed è trasmesso in diretta Tv: le due tifoserie adesso sono rivali, il Partenio presenta un colpo d’occhio eccezionale, composto dalla presenza di 22.000 spettatori (nella foto, la coreografia degli ultras reggini). Al mimuto 20 della ripresa, si decide il campionato: Aglietti sfrutta un lancio dalla metà campo unito al liscio del difensore avversario, lascia rimbalzare il pallone e col destro mette alle spalle di Landucci. Avellino 0 Reggina 1, al triplice fischio gli amaranto corrono ad esultare sotto un settore ospiti in delirio, mentre il resto dello stadio rimane ammutolito (per i biancoverdi, la serie B arriverà comunque, al termine della finale playoff col Gualdo).
L’ultimo atto si disputa in B, nel 95-96. Stavolta la festa è tutta avellinese, visto che la doppietta di Tosto, unita alla rete di Criniti (quest’ultimo, l’anno seguente verrà ingaggiato dalla Reggina), consegnerà all’undici di Orrico un netto 3-0. Avellino-Reggina dunque, rifarà capolino domenica prossima, dopo 18 anni: proprio come nel ’91, ad un turno dal termine gli amaranto hanno già lasciato la serie cadetta. Il futuro si chiama Lega Pro, con la speranza di rivivere il più presto possibile le stesse emozioni regalate da Alfredo Aglietti quel 9 aprile del 1995…
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