Alfredo Pedullà, noto giornalista reggino, è intervenuto in merito al polverone sollevatosi dopo il rigore sbagliato da Gerardi contro il Cittadella. Ecco quanto dichiarato a TuttoB: “Premetto che, indipendentemente dalla mia professione, sono un tifoso sfegatato della Reggina e sono amareggiato per tutto quello che è successo in questa ultima stagione che non è stata molto dignitosa – esordisce Pedullà -. La Reggina merita rispetto e sabato non ne ha avuto. Indipendentemente dagli errori che ha commesso in tutta la stagione. Dopo aver dato atto al presidente Foti di aver fatto tutto quello che ha fatto in oltre 25 anni di gestione, regalando 9 stagioni in Serie A ed emozioni incredibili, ritengo che questo debba essere l’epilogo che dia la spinta per ripartire il prossimo anno. Detto questo, il Cittadella non si può permettere di dire che ciò a cui abbiamo assistito sabato in campo sono cose che capitano. Non sono cose che succedono! E non dovrebbero accadere! In un’era in cui la prova televisiva viene fatta ad personam, in un’era in cui si parla per un mese della squalifica di Destro, in un’era in cui il calcio è in caduta libera perché non c’è il minimo controllo, su certe cose il signor Coly non deve permettersi di scherzare. Il signor Marchetti non pensi di avere l’aureola. Non decide lui ciò che succede in campo e l’atteggiamento intimidatorio del post partita non fa onore al Cittadella, quindi io mi aspetto, come minimo, che venga ripristinata la chiarezza. Anche io domani posso annunciare di voler fare una rapina in banca ma se il giorno dopo dico che stavo scherzando giustamente indagheranno per capire come mai io stessi scherzando su cose così delicate. Perciò Coly ha sbagliato due volte: primo perché non doveva dirlo e secondo perché ha fatto una toppa più grande del buco. Non deve essere il signor Stefano Marchetti a determinare la gravità della situazione“.
Il giornalista prosegue: “Se l’apertura di una inchiesta porterà al ripristino di una situazione normale dovranno essere gli uomini dell’ufficio indagini a stabilirlo e non Marchetti che ha solo perso una buona occasione per stare in silenzio. Il silenzio sarebbe stato sicuramente più opportuno da parte sua piuttosto che prendere posizione riguardo ad una cosa che non gli compete. Spero che la chiarezza necessaria non venga fatta tra sei mesi, come succede in Italia quando si parla di giustizia sportiva. Se Coly ha fatto certe affermazioni per “scherzo” deve provarlo, se l’ha detto per altri motivi va altrettanto provato ma sicuramente questa non è una vicenda che si può archiviare senza conseguenza o provvedimenti. Marchetti non deve insegnare agli altri quali sono i criteri di comportamento quando succedono delle cose strane. Marchetti ha visto tante cose nella sua carriera, non può dire che è una cosa normale che accade ogni sabato, perché se così fosse, dovrebbero aprire un’inchiesta ogni week end. Da Marchetti, che viaggia con il vento in poppa verso i play-off, mi sarei aspettato una presa di posizione tale da stigmatizzare l’atteggiamento del suo tesserato perché una società attenta avrebbe dovuto affermare: “Coly ha detto una stupidata e non doveva permettersi di dirla per provocare”. Se in Italia diamo il là a chiunque per giustificare questo tipo di atteggiamento, dopo aver toccato il fondo, inizieremmo a scavare”.
Rnp (Fonte: TuttoB)
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