Il giorno zero. Pochi giorni la conferenza a sorpresa che ha anticipato la gara con il Cittadella, Foti torna a incontrare la stampa. Chiare e sincere le parole del patron amaranto, che affronta con lucidità la situazione riguardante il presente e il futuro della Reggina. L’analisi è a tratti drammatica ma non per questo priva di speranza: “Ho sentito molto parlare di chiarezza e trasparenza, oggi sono qui apposta, la Reggina non ha niente da nascondere. Ribadisco che questa società ha una storia molto più lunga della mia. Non voglio che si creino situazioni poco chiare, nel tifoso e nella stampa”. Il focus, con la serie B ormai pronta a sfuggire dalle mani, si sposta naturalmente sul prossimo futuro. Con quali prospettive la Reggina si appresta a tornare in Lega Pro? E’ al sicuro almeno l’iscrizione al campionato ? Foti, contrariamente a quanto dichiarato ai nostri microfoni due settimane fa, non se la sente di dare garanzie: “Le difficoltà esistono, non le neghiamo. La situazione economica della società non è delle più rosee e rispecchia quanto viviamo nel territorio. Dover tagliare posti di lavoro e non poter garantire un futuro a tante famiglie, questo è l’aspetto che mi intristisce particolarmente. La quota di iscrizione alla Lega Pro ammonta a 600 mila euro, oggi non posso dare certezze in merito. Stiamo lavorando per affrontare i problemi, la Reggina soffre nell’immediato la mancata liquidità economica”.
La solitudine dei numeri primi. Foti scopre le carte e spiega quali sono le cause che hanno portato alla doppia crisi, economica e sportiva: “Il risultato sportivo è negativo, ci appartiene e mi sento responsabile per quanto fatto in questa stagione. Mi sono preoccupato di assicurare una forza economica alla società, privilegiando questo ne ha perso la costruzione della squadra ma non si poteva fare altrimenti. E’ stato particolarmente complicato operare in sede di calciomercato, questo è stato il vero problema della Reggina. Nonostante tutte le mie conoscenze è stato impossibile portare avanti delle trattative, basti pensare alle difficoltà delle grandi società con ovvie conseguenze sui club medio-piccoli. Il sistema calcio ha vissuto in un certo modo grazie agli sponsor e agli azionisti, adesso non è più così. Altre società hanno fatto il passo più lungo della gamba e sono fallite, io non voglio ne posso scappare”.
Stimolato ulteriormente sulle questioni economiche, il patron amaranto chiarisce nello specifico quali sono le difficoltà nell’immediato e a medio termine: “La serie B e in grande difficoltà, le risorse che distribuisce la lega non permettono alle società di poter sopravvivere. La Reggina ha incassato 243 mila euro dalle sponsorizzazioni, ed è creditrice di circa 500 mila euro. Solo il Granillo costa 300 mila euro l’anno, non si arriva a 500 mila euro con tutti gli incassi dello stadio. Oltre il milione e 200 mila euro i costi del S.Agata, spesso non si analizzano le spese che bisogna affrontare per tenere in piedi una struttura simile. Come rappresentante della lega di B ci siamo confrontati con le agenzie delle entrate. Li si è stabilito un piano dove per le iscrizioni al prossimo campionato ci deve essere un quadro chiaro di quelli che sono i debiti verso lo stato. La Reggina ha presentato un piano ufficiale, documentato, dove tutti gli impegni di questa società saranno rateizzati a lungo termine”.
pa.rom. – rnp
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