Anche un perfetto remake, ad un anno di distanza, potrebbe non bastare. Il 4 maggio del 2013 la Reggina affrontava il Cittadella in trasferta giocandosi una fetta importante di salvezza. Gli amaranto, guidati brillantemente da Pillon nel finale di stagione, vinsero in rimonta sui veneti dimostrandosi capaci di rimanere aggrappati con gli artigli al campionato cadetto. Pochi dubbi sul giocatore capace di spostare equilibri che sembravano oramai decisi. L’ingresso di Alessio Campagnacci al 75′ la luce che ha illuminato la via alla Reggina…: “Ricordo quella partita come fosse oggi. Era una trasferta fondamentale per noi, la salvezza era possibile solo grazie a un risultato positivo. Abbiamo affrontato quella gara con la giusta lucidità e determinazione, altrimenti non ce l’avremmo fatta“. Dopo aver avviato la rete dell’1 a 1, l’attaccante umbro ha firmato in prima persona il fondamentale successo degli amaranto: “Una liberazione. E’ stato il primo gol dopo l’operazione al ginocchio, venivo da un periodo difficile e la mia esultanza ha fatto capire quanta sofferenza avevo dentro. Mi vengono ancora i brividi se ripenso all’abbraccio dei compagni e alla gioia provata quel giorno. La salvezza senza play-out è stato un miracolo possibile solo grazie al lavoro egregio di mister Pillon, della nostra determinazione e alle scelte della società , brava a correggere il tiro”.
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Il confronto tra la Reggina e i veneti, a campi invertiti, va in scena sabato. Amaranto a caccia di tre punti che darebbero un pò di speranza nel rush finale, Campagnacci invita gli ex compagni a non mollare la presa: “Di rimonte sorprendenti nel calcio se ne vedono spesso. Mancano sette partite da affrontare come finali, un paio di vittorie consecutive potrebbero rimettere tutto in gioco. La situazione è complicata ma bisogna provare sino all’ultimo a ribaltare le cose“. Un pizzico (di troppo) di gioventù e qualche ricambio non all’altezza le motivazioni che secondo l’attaccante del Benevento hanno contribuito alla negativa stagione della Reggina: “Da fuori non è semplice giudicare, quando gli impegni me lo hanno permesso ho sempre seguito con affetto le partite della Reggina. Forse è mancata l’esperienza, presente solo in un paio di elementi. In qualche circostanza ho notato come la sostituzione di un titolare non veniva compensata in modo adeguato. Bisogna dire però che è girato tutto storto, gli episodi hanno giocato sempre a sfavore e questo alla lunga si paga”.
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Trasferitosi al Benevento a titolo definitivo, Campagnacci dopo un buon avvio ha sofferto di alcuni problemi fisici che ne hanno penalizzato il rendimento. La società campana, quasi certa dei play-off, può ancora giocarsi il sogno nelle battute finali. Magari con il contributo dell’attaccante classe ’87…: “Sono consapevole di non aver fatto bene in questa stagione, voglio sfruttare la parte finale per riscattarmi e dare un aiuto concreto al Benevento. Ho altri due anni di contratto, qui sto bene e spero di tornare in B con la maglia giallorossa“. La Lega Pro è pronta alla rivoluzione. Ultimo anno ‘old-style’ per la terza serie, destinata a un deciso cambiamento. Pur sperando che non si tratti della prossima categoria della Reggina, Campagnacci delinea le differenze principali con il torneo cadetto: “La serie B è stressante, 42 giornate sono troppe, logorano i giocatori nella testa e nel fisico. In Lega Pro ho notato un equilibrio generale e molte squadre che puntano sulla valorizzazione dei giovani. Non è un campionato semplice, spesso si incontrano avversari che si chiudono a oltranza e ripartono in contropiede. Ho fatto fatica a rendere al meglio nonostante ero reduce da tre campionati di serie B”.
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pa.rom. – rnp
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