Il cuore altrove. Nella Centenaria storia della Reggina, è facile rintracciare nella stagione 2006-2007 l’apice di un lungo cammino, la perfetta fusione tra ambiente, società e squadra. Solo un micidiale mix di queste componenti ha reso possibile l’impossibile, ovvero la salvezza in serie A nonostante i 15 (poi ridotti a 11) punti di penalizzazione. Se è vero che il maestro Paganini ‘non ripete’, un campionato del genere è destinato a rimanere unico e indimenticabile. Sarebbe difficile (e ingiusto) ricercare l’artefice principe di quel miracolo amaranto, più semplice rintracciare il capocannoniere, ovvero Rolando Bianchi. Più gol di tutti (18, uno in più di Amoruso) sono forse il sinonimo perfetto per una storia di vita solcata irrimediabilmente da quell’esperienza.
Rolando, domani la Reggina affronterà in trasferta il Palermo. Una partita che per te non potrà mai essere uguale alle altre…
“Gara indimenticabile, per due ragioni. Giocammo una buonissima partita, il ricordo personale è ovviamente impreziosito dalla tripletta. Potevamo vincere o comunque ottenere un risultato positivo, invece arrivò una sconfitta a mio parere immeritata”.
Battuta d’arresto all’avvio di un campionato che ancora oggi grazie alla memoria si arricchisce di nuovi aggettivi. Qual è il tuo?
“Unico. Il nostro cammino non iniziò nel migliore dei modi ma capimmo ugualmente che il miracolo era possibile. Alla fine della stagione l’impresa è diventata realtà ”.
Come è stato possibile ?
“Grazie alla collaborazione perfetta tra tutte le componenti, altrimenti non c’è l’avremmo fatta. Definisco quella squadra ‘un gruppo di animali’ (sorride, ndr) avevamo una fame pazzesca, stimolati in modo egregio da mister Mazzarri. Ancora oggi sembra incredibile solo a pensarci”.
In riva allo Stretto, Rolando Bianchi è diventato un giocatore importante, ambito da club italiani e stranieri.
“E per questo sarò eternamente grato alla città e alla società . Non ho mai nascosto di aver lasciato il cuore a Reggio Calabria, tutto quello che ho fatto in carriera è arrivato grazie principalmente all’esperienza con la maglia della Reggina”.
I ringraziamenti al presidente Foti, in quegli anni, arrivavano sinceri anche dai tifosi amaranto. Negli ultimi anni l’amore è scemato e il ‘Granillo’ si è intristito. Qualcuno invoca un passaggio di consegne, secondo te potrebbe essere la scelta giusta ?
“Non riesco a capire come si possano pensare queste cose di Foti. Magari i tifosi dopo esser stati abituati benissimo per un decennio fanno fatica a vivere annate simili, bisogna capire però che non è possibile essere sempre il martello, capita di essere anche l’incudine. Io sarò eternamente grato al nostro presidente, perchè per me ancora oggi è il ‘nostro presidente’, ma allo stesso tempo credo che i fatti parlino per lui”.
Ovvero?
“Ha preso la squadra in serie C, l’ha accompagnata con entusiasmo e lungimiranza in serie A. Per tanti anni la Reggina ha giocato nel massimo campionato senza vivacchiare, ma mettendo in mostra giocatori importanti e utilizzando una filosofia di gioco che non è quella della classica squadra che punta a salvarsi”.
Nel calcio però non esiste ieri o domani, ma soltanto la legge crudele dell’oggi. E la realtà attuale della Reggina è desolante.
“Sono sinceramente dispiaciuto, amareggiato, per la stagione disputata dalla Reggina, e credo che Foti lo sia almeno quanto me. Al sud non è mai facile operare in certi contesti, la Reggina invece è stato un esempio, un faro per altri club meridionali che adesso vivono momenti migliori. Penso al centro S.Agata e agli innumerevoli giovani lanciati dal settore giovanile”.
L’amarezza del tifoso è forse acuita dal fatto che, in questo campionato, il club ha festeggiato i cento anni di storia.
“Comprendo lo stato d’animo, io per primo mi auguravo e credevo in un campionato diverso della Reggina. La squadra ha buoni elementi, il valore dell’organico non rispecchia la classifica. La verità è che quando tutto deve andare storto, va storto. E’ un’annata particolare, ricca di avversità , ma può ancora essere ribaltata…”
Alla vigilia della trasferta in casa di una squadra travestita da rullo compressore?
“Non è ancora detta l’ultima parola, in caso di risultato positivo contro il Palermo potrebbe arrivare la spinta per un finale di stagione in crescendo. So per certo che i giocatori amaranto stanno dando il massimo, tutto quello che hanno. Purtropppo sino a oggi non è bastato”.
Tra pochi giorni sarai di scena allo Juventus Stadium con il Bologna. E’ il caso di dire ‘lasciate ogni speranza voi che entrate’ ?
“I numeri parlano chiaro, i bianconeri sono uno schiacciasassi da diversi anni, in questa stagione ancora di più. Tenteremo l’impresa, sperando nella legge dei grandi numeri. Prima o poi dovranno perdere qualche punto in casa … (ride, ndr)”
Lezioni di ‘regginità ’ da un bergamasco. Sinceramente affezionato alla squadra amaranto e alla città , entrambe adesso in disgrazia ma tornate splendenti nella memoria, grazie alle parole di chi ha conosciuto le pagine felici e contribuito a scriverle. Tra i pochi esempi a far brillare di significato la parola ‘riconoscenza’, sempre più merce rara nel mondo del calcio.
pa.rom. – rnp
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