Pazzo Padova, amalo. Solo l’affetto per il Veneto, sua regione, può aver convinto Tommaso Rocchi a scendere nuovamente in serie B, quasi 15 anni dopo l’ultima volta. Coraggio e nessun snobismo: nell’arco del 2013 l’attaccante classe ’77 è passato dalla Lazio (bandiera ammainata dopo 105 reti realizzate in 293 presenze) all’Inter di Stramaccioni e infine al Padova. Tre le reti siglate sinora, la condizione fisica è cresciuta con il passare delle settimane, di pari passo con la prevedibile ‘nuova conoscenza’ di un torneo ormai dimenticato. La formazione biancoscudata domenica affronterà la Reggina per una partita che vale molto più di tre punti, Rocchi bada alla sostanza: “La situazione impone di non fare troppi calcoli, sia noi che la Reggina abbiamo bisogno di punti per continuare la corsa salvezza. Sarà come sempre fondamentale avere il giusto approccio alla gara, sin dai primi minuti”.
In uno spogliatoio dall’età media bassa e comprensibilmente turbato da una stagione ricca di difficoltà, l’esperienza di Rocchi può rivelarsi fondamentale. L’attaccante veneto si fa carico del peso delle responsabilità e si dice pronto a guidare i compagni nella complicata lotta salvezza: “Non sempre servono grandi discorsi, a volte basta un gesto o una parola detta al momento opportuno. E’ giusto che chi ha più partite sulle spalle dia una mano alla squadra e si preoccupi in prima persona di dare equilibrio in situazioni delicate come questa”. Dopo le esperienze nella massima serie e aver contribuito sensibilmente ai successi della Lazio (Supercoppa Italiana, con gol all’inter, e Coppa Italia) Rocchi ritrova il campionato cadetto. Le difficoltà economiche hanno influito nel rendere la qualità generale meno elevata: “La serie B non è cambiata molto rispetto alle mie ultime esperienze, tecnicamente forse c’è un leggero livellamento verso il basso. Resta comunque un campionato intenso, molto competitivo e con partite dall’esito spesso imprevedibile”.
pa.rom. – l.vitto – rnp
foto: padovacalcio.it
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