La Reggina sta per affondare, ma il patron Foti non è in versione Schettino, e di sicuro non vuole abbandonare la nave mentre affonda. Rimane sempre al comando, pur con il mare tempesta e le falle che aumentano sempre di più. Non si arrende Lillo Foti, anche se al telefono traspare tutto il suo nervosismo, al punto che diverse frasi, forti o se preferite colorite, sono state volutamente “tagliate” o “ammorbidite”.
Si sente solo ed abbandonato Lillo Foti, ma con l’affetto della famiglia sempre al suo fianco. Non vuole nemmeno pensarci ad una retrocessione, anche se la caduta pare sempre più vicina. Anche il guerriero più accanito, dopo mille battaglie potrebbe deporre le armi. Ma intanto si fa coraggio da solo. Empoli è stata un’altra delle 17 battaglie perse, ma la guerra deve ancora finire…
Presidente, al Castellani la Reggina si è consegnata all’avversario. E lei, dopo un primo tempo vissuto sugli spalti, è sceso in campo per stare accanto ai due allenatori. Ha voluto dare la scossa?
“Non mi andava di assistere alla gara isolato e cosi ho preferito stare vicino a chi sta soffrendo”
Squadra senza cattiveria?
E’ un’analisi troppo facile. Si parla ancora di queste cose, ma non si comprende il problema più serio, un problema generale che non appartiene solo a Reggio Calabria. Pensare che le difficoltà si possano risolvere da soli, significa disconoscere il momento attuale. E’ facile fare comizi, chi da una parte e chi dall’altra (messaggio rivolto ai giornalisti, ndr). Alla fine chi la prende in quel posto (testuale, ndr) non è il singolo soggetto, ma la Reggina Calcio. Qui si pensa solo a Foti, ma queste sono cose che non c’entrano un c… , qui bisogna pensare alla Reggina. Tutti pensiamo, io in primis, che siamo innamorati della squadra, però le stiamo andando contro”.
Vede qualche soluzione per uscire da questa situazione difficilissima?
“Nella vita, specie in questo periodo, ci vuole innanzitutto educazione e rispetto, e le intemperie si superano solo attraverso i sacrifici, stando zitti e pedalando. Nello stesso tempo, dobbiamo trovare in ognuno di noi un minimo di interesse, che possa essere di utilità alla società Reggina”.
Negli ultimi periodi, qualcuno ha parlato di nemici della Reggina, di gufi, di gente che aspetta le sconfitte.
“Non è vero, ma chi lo dice questo? Tutti possiamo dare qualcosa, il fatto è che ognuno di noi pensa prima a se stesso e poi alla Reggina. Voglio ribadire, cosa che nessuno ha voluto capire, che la Reggina non appartiene a Lillo Foti. La società ha una storia molto più lunga della mia. L’ho detto miliardi di volte, oggi la realtà dice che ci sono problemi critici sotto tutti gli aspetti, problemi che non finiscono mai, perché ci troviamo in un territorio povero e viviamo un senso di assuefazione, tutti pensano ad avere ragione per distinguersi. Al punto che non abbiamo capito nulla. La disaffezione è provata, la gente si ricompatta solo quando sta per arrivare la morte, vedi Bari. Viviamo in un contesto sociale che è veramente scarso sotto tutti i punti di vista, in primis quello dei valori, ed a farne le spese è la Reggina. Il rischio vero, qui lo corrono i ragazzini di 10 anni che si allenano al Sant’Agata, i dipendenti che guadagnano 1000 euro al mese per mantenere la famiglia. Sono una persona onesta, e con un bagno di umiltà ho ammesso i miei errori: ho lottato e lotto sempre come un disgraziato, commettendo errori dalla mattina alla sera”.
Quale è l’errore che s’imputa maggiormente?
“Di non essermi messo da parte. Però vorrei trovare la persona che si occupi di questa società, e non è una cosa semplice. Quando ci sono delle difficoltà, la gente onesta deve dare il suo apporto e non infierire”.
Siamo o no in un momento tragico?
“Questa situazione non nasce oggi. Ci sono diversi problemi seri da alcuni anni. Quello che i circonda è un posto povero, dove egoisticamente pensiamo a noi stessi. Non capiamo che la Reggina è rappresentata da tutti noi”.
Ma la classifica attuale, è figlia delle problematiche oppure delle scarse risorse economiche?
“Viviamo in un territorio in grosse difficoltà. Siccome tutti si sentono padreterni ed io non ho negato spazi a nessuno, mi diano la soluzione per uscire da questo tunnel, perché evidentemente io non ci arrivo. Sto lottando da solo. Anche per questo, sono sceso in campo ieri: non è che mi vergognavo, ma mi trovavo di fronte ad uno spettacolo in cui non mi riconoscevo. Come uscirne? Non lo so. Se dipendesse da me, nonostante i 64 anni, scenderei in campo e lotterei, ma in campo ci vanno altri, con le loro deficienze e lacune. Ecco fotografato il momento”.
Mister Gagliardi, a fine partita, ci ha dato l’impressione di essersi auto-esonerato rimandando a lei le decisioni future. Cosa significa ciò, ha perso la fiducia nella squadra?
“Gagliardi è parte integrante della società e ci rimarrà sino alla fine, insieme a quelli che ancora hanno un minimo d’amore verso questo club, i quali hanno l’obbligo ed il dovere di stringersi e cercare di portare la Reggina all’obiettivo salvezza. I calciatori per primi, devono dare dignità al lavoro che svolgono, altrimenti creiamo alibi a tutti”.
Presidente, sulla situazione stipendi e i vari contributi da versare allo Stato, si è in regola o potrebbe arrivare qualche deferimento al club con relativa penalizzazione di punti?
“A me non risultano deferimenti, poi vediamo. Se sussiste questo rischio? Il pericolo deferimento persiste da tutte le parti. A me non è arrivata nessuna comunicazione. Sa a cosa penso in questo istante? Alla partita di martedì col Modena”.
Ancora con Gagliardi e Zanin in panchina, o ci potrebbe essere un ritorno di Castori, ancora sotto contratto?
“Non c’è nessun richiamo. Siamo questi, se riusciamo bene altrimenti vuol dire che non siamo stati capaci”.
Potrebbe essere integrato qualche altro ragazzo della Primavera, dalla gara col Modena in avanti?
“Se ci sono giovani che meritano, saranno presi in considerazione come sempre abbiamo fatto”.
LORENZO VITTO -RNP
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