Il coraggio. Prima di tutto, delle proprie emozioni. La conferenza stampa pre Reggina-Varese resterà impressa senza alcun dubbio nella memoria dei presenti. Un Franco Gagliardi pacato e sereno come al solito ha lasciato spazio, nell’ultima parte, ad una valanga emotiva impossibile da tenere a freno. Inizialmente, il tecnico amaranto si era soffermato sugli errori di Novara, tecnici ed arbitrali: “L’arbitro ha sbagliato, annullando un gol regolarissimo. Ho sentito critiche sull’atteggiamento della Reggina, voglio vedere però se l’arbitro concede lo 0 a 1 come si sarebbe messa la partita. Detto questo, non voglio piagnistei o alibi. C’è stato un confronto tra staff tecnico e squadra a inizio settimana, abbiamo fatto quadrato e trovato un punto d’intesa. Si deve lottare, contro tutto e tutti, sino alla fine“. Riguardo l’ennesima disattenzione su calcio piazzato, Gagliardi precisa: “Non mi sono mai nascosto, probabilmente questo fondamentale è stato poco curato durante le precedenti gestioni tecniche. Io sono convinto del fatto che per migliorare un gesto, bisogna ripeterlo all’infinito. In settimana ci saremo esercitati 500 volte sui calci piazzati, mi aspetto miglioramenti”. Gagliardi evidenzia le qualità morali del gruppo, prima non molto compatto…:”C’erano i rossi, i blu e i gialli, ognuno pensava ai cavoli suoi. Abbiamo costruito un gruppo partendo dalle fondamenta, lavorando sulla pancia dei giocatori, erano persi“.
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La conferenza ‘normale’ termina qui. Ad una domanda sui presunti giornalisti che fanno il tifo contro la Reggina, Gagliardi sbotta attaccando duramente la stampa locale: “Alla mia età , non devo certo preoccuparmi di accattivarmi le simpatie dei giornalisti, professione che rispetto. Esistono bravi cronisti e altri meno bravi o in malafede. Allo stesso modo esistono bravi allenatori o chiaviche (testuale, ndr), io probabilmente faccio parte di questa seconda categoria. Non so se qualcuno aspettava la sconfitta della Reggina per esultare, il clima che ho notato però non mi è sembrato a favore. Il paradosso è evidente, come si farebbe a tifare per una retrocessione? La Reggina non è mia, di Foti o dei giornalisti. E’ del popolo amaranto, e se retrocede la stampa non ne trarrebbe certo beneficio“. Un vero e proprio ‘Tsunami’ di energia e rabbia, il sentimento che sta alla base però è l’amore. Lo si evince dala toccante chiusura di un Gagliardi commosso: “Domani ci giochiamo la vita, è la partita del Centenario. Vorrei vedere un Granillo pieno, ho pianto dalla rabbia nel vedere 15 mila persone a Cosenza, in Seconda Divisione. Dobbiamo essere tutti uniti, i tifosi devono sostenere una squadra che sta dando l’anima. Non possiamo fallire, se domani non vinciamo me ne posso tornare a casa”.
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pa.rom. – rnp
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