Sembrerà un paradosso, ma Juve Stabia-Reggina è la partita che ha evidenziato maggiormente il cambiamento in casa amaranto, nonostante si tratti dell’unica gara non vinta dalla coppia Gagliardi-Zanin. Contro Bari e Lanciano infatti, la squadra aveva fatto tesoro dell’insospettata solidità difensiva, colpendo (presto o tardi) l’avversario e riuscendo a mantenere il vantaggio sino al triplice fischio. Ieri invece Di Michele e compagni si sono trovati a dover rincorrere, tra l’altro in una contesa che assomigliava a un western di Sergio Leone. Caldo il clima al Menti, evidente la voglia dei campani di strappare con le unghie un pò di speranza dalla pelle amaranto.
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Quasi superfluo ricordare come la Reggina del girone d’andata, di fronte a tanta emotività e personalità da mettere in campo, avrebbe reso il proprio scalpo all’avversario senza dimenarsi più di tanto. La ‘nuova’ creatura invece, plasmata con il rigore tattico di Zanin e i consigli del saggio Gagliardi, non ha battuto ciglio di fronte al gol di Di Nardo. Nel calcio gli episodi fanno sempre e comunque la differenza, e se Di Carmine invece della traversa colpita sull’1 a 0 o del colpo di testa mandato a lato in zona cesarini avesse trovato il gol, staremmo a parlare di una sconfitta. Senza modificare però il giudizio su quanto espresso dalla formazione amaranto, in particolare dopo essere andata in svantaggio. A proposito della testata vincente dell’attaccante appena entrato in campo, è stato l’unico momento (dei 270 minuti giocati nel 2014) in cui si è rivista una Reggina disattenta e naif, gentile nell’omaggiare il nemico di una rete.
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La solidità emotiva e la capacità di reagire, questi erano gli elementi che ancora bisognava verificare e dai quali non si può prescindere. L’esame, soltanto il terzo di un girone di ritorno che non permetterà pause o crisi prolungate, può dirsi superato. Per capire il ribaltamento di valori (quasi come se si trattasse di una clessidra) basta guardare la prestazione della squadra amaranto dopo il gol subito, citazione particolare per i tre giocatori subentrati. Il tridente anomalo composto da Dumitru, Gerardi e Sbaffo, con Di Michele libero di spendere in libertà l’ultima scorta di benzina, ha letteralmente preso a spallate la resistenza della Juve Stabia. L’impressione figlia degli ultimi concitati minuti è che se Lucioni non avesse impresso i tacchetti sull’ex compagno Falco beccandosi il rosso, l’esito finale avrebbe completamente arriso alla causa amaranto. Il pareggio soddisfa ugualmente, perchè permette di mantenere le distanze dalla Juve Stabia e di guadagnare un punto su Padova e Cittadella. La classifica si è spogliata di una veste drammatica, la nuova Reggina incoraggia l’idea che adesso poggia su basi solide e non più esclusivamene oniriche. La strada verso la salvezza è ancora lunga e in salita, ma fa meno paura.
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p.r. – rnp
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