Sulla mappatura calcistica tre punti possono valere sei, ma un gettone come quello che la Reggina conquista a Castellammare può avere i connotati di una vittoria. È infatti un pari preziosissimo quello degli amaranto, che si disfano della pressione addirittura di uno svantaggio, trovando nel momento più difficile le energie mentali per risalire la china.
Cronache dall’inferno, Juve Stabia e Reggina si presentano al vestibolo con una sola via d’uscita perseguibile: i tre punti. Pea imposta i suoi col 3-5-2, Falco alimenta le fiamme della bolgia supportando Di Carmine in un attacco completato in fase di offesa dalla corsa di Zampano e Liviero. Gagliardi e Zanin schermano dando fiducia all’undici vittorioso a Bari e con il Lanciano, Di Michele è il terminale di una squadra impostata sulla densità di uno schematico 4-5-1.
Il filo della tensione, in avvio, è un confine difficile da tener saldo. Brividi per gli amaranto, quando prima Barillà rischia di mettere nei guai Pigliacelli con un retropassaggio azzardato, e poi quando Adejo si fa sorprendere alle spalle da Djiby su illuminante lancio da centrocampo. Pressione locale che non si concretizza nemmeno sul finale di primo tempo, quando Falco allarga un mancino che illumina una traiettoria splendida che si spegne però sulla traversa.
I diabolici intrecci all’inferno disegnano lo psicodramma amaranto al 19’ della ripresa: Di Nardo entra al posto di Djiby e dopo pochissimo trova la rete con una buona coordinazione aerea. Di Carmine trova poi la seconda traversa dei suoi, i legni tengono in vita la Reggina. Potrebbe essere il buio, è invece la splendida rinascita degli ospiti. Gagliardi toglie Strasser, inserisce Gerardi, ma soprattutto indovina l’avvicendamento Barillà-Sbaffo. Perfezionisti nella vendetta, gli amaranto ripagano con la stessa moneta: sono proprio i due subentrati a confezionare il pari.
Il finale è dominato dalla tensione. Benassi è bravissimo su Sbaffo, poi la Reggina resta in dieci. Ingenuità di Lucioni a centrocampo, che affonda i tacchetti sul polpaccio di Falco: rosso diretto e nessuna protesta. Pea sfrutta il momento inserendo Saw al posto di Contini, ma è ancora la Reggina ad andare vicina alla vittoria: Benassi alza in angolo la conclusione di Sbaffo, con l’aiuto della traversa. Con Cittadella e Padova sconfitte, la Reggina affonda gli artigli, prendendosi i play-out. Questione di significati. Per i calabresi un punto che ne vale tre, più un grido a squarciagola: “Ancora vivi”.
Francesco Mansueto – Reggionelpallone.it
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