Alla ricerca di nuovi stimoli. Sceso nei dilettanti per la prima volta dopo quindici anni di professionismo, Emiliano Bonazzoli ha capito subito che non era quella la strada giusta per ravvivare le ultime curve di una lunga carriera. Era invece l’estero a stuzzicare la fantasia dell’attaccante classe ’79: chiusa in fretta la parentesi con il Marano, è arrivata la proposta dell’Honved, squadra che milita nel massimo campionato ungherese. Dopo la lunga sosta invernale, il torneo partirà nelle prossime settimane: “Ho voglia di iniziare questa nuova esperienza, speravo in una chiamata dall’estero e ho accettato con entusiasmo quella dell’Honved, rifiutando proposte da serie B e Lega Pro. Sarà stimolante partecipare a un campionato del tutto diverso, il 1 marzo riprenderà la stagione. Budapest è bellissima anche se non ho ancora avuto il tempo di visitarla con calma. Obiettivi di squadra? L’anno scorso i miei compagni sono arrivati terzi, guadagnandosi l’accesso ai preliminari di Europa League. Adesso siamo a 4 punti dalla terza posizione, vogliamo ripetere quanto fatto nella passata stagione”.
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Di soli sei mesi il contratto con la formazione ungherese, la voglia è quella di godersi giorno per giorno la nuova avventura senza fare programmi a lunga scadenza: “Con la società parleremo con calma al termine del campionato, c’è un opzione sino a giugno 2015 e assieme a loro valuterò se esercitarla. In ogni caso non tornerò a giocare con squadre italiane, potrei trasferirmi in altre nazioni. La lingua ungherese? So giusto tre parole, è difficilissima (ride, ndr). Mister Marco Rossi, ex difensore di Brescia e Sampdoria, è italiano, mentre con i compagni ci capiamo in inglese o spagnolo“. L’Italia e la Reggina sono lontani, Bonazzoli però segue ugualmente con affetto le vicende amaranto: “Le ultime due vittorie hanno dato morale e fiducia, bisogna proseguire su questa strada. La società nel mercato invernale non ha ingaggiato giocatori dai nomi altisonanti ma ho notato come invece si siano acquisite altre caratteristiche fondamentali. La squadra adesso sa combattere, chi scende in campo dà il 110% e aiuta il compagno in difficoltà . Questo è lo spirito che serve alla Reggina per sperare nella salvezza. Conosco bene Gagliardi, è un ‘saggio’ che sa aiutare i giocatori nei momenti complicati. Ai tempi della serie A era prodigo di consigli verso di noi, si notava il suo attaccamento verso la causa amaranto”.
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La Reggina ha tagliato da poche settimane il traguardo dei cento anni, la ricorrenza ovviamente non è sfuggita all’attenzione di Bonazzoli, tra i giocatori più importanti dell’era Foti: “Non capita a tutte le società di festeggiare cento anni di storia.  La Reggina è stata ed è un punto di riferimento per lo sport calabrese, dal recente passato glorioso in serie A. Il momento attuale non è dei migliori, alti e bassi però fanno parte della vita e dello sport, bisogna accettarli“. Lo stesso saliscendi di emozioni riguarda l’esperienza del centravanti nato ad Asola con indosso la maglia amaranto: “Vero, ma nella mia memoria preferisco conservare i momenti positivi. Considero lo spareggio di Bergamo la fotografia più bella della mia carriera, superiore anche alla vittoria della Coppa Italia con il Parma nel 2003. I primi sei mesi in amaranto furono intensi, sofferti alla ricerca di una salvezza cercata a tutti i costi e infine ottenuta con immensa gioia. Per la maglia amaranto ho sempre dato tutto, l’unico cruccio che ho è quello di non aver dato in qualche stagione un contributo realizzativo importante”.
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pa.rom. – rnp
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