Il “ primo esame” non si scorda mai. Nell’album dei ricordi Ivan Franceschini ricorderà di buon
grado, il suo debutto da allenator con il Gallico Catona. Vincere ti da fiducia, ti da carica. Non è stato facile battere la blasonata Palmese, apparsa troppo acefala e contestata dai suoi tifosi. Hanno peccato sicuramente di presunzione i neroverdi. Ma torniamo a lui, mister Franceschini, il protagonista principale di domenica scorsa. Sempre in piedi, urlava e incitava i suoi calciatori come se li avesse veramente conosciuti da una vita. Teso nel pre partita, ma attento nei dettagli: chi arriva con soli cinque minuti di ritardo, si becca i sonori rimproveri del ‘ragazzone emiliano’. C’è già la sua impronta in questo Gallico Catona. Basta guardare la prestazione di Marco Cormaci, che si è sacrificato per la squadra facendo all’occorrenza il terzino e timbrando pure una traversa. Sei under in campo ( Daniele Barillà, Marra, Giunta, match winner con il secondo sigillo stagionale, Monorchio, La Cava, Aiello ), che si sono espressi con dinamismo e sagacia, coprendo tutti gli spazi. E’ stato il gruppo a fare la differenza, nel ritorno alla vittoria contro la Palmese: certo, la qualità è stata inferiore rispetto alle altre volte, ma si è fatto di necessità virtù. Predilige il gioco offensivo Franceschini, gli piaceva molto la Sampdoria di Delio Rossi. “La mia squadra deve
proporre gioco”, ha più volte ripetuto l’ex Reggina fin dal suo arrivo al Lo Presti. Di sicuro, questo Gallico Catona resta una squadra dall’elevato tasso tecnico, fermo restando che alcuni suoi elementi possono ancora crescere. Leo Gatto è un ottimo giocatore ma deve capire i tempi di inserimento, Zappia e Cormaci devono imparare ad essere meno leziosi e più utili sotto porta.
All’epilogo mancano 11 gare, con i 27 punti all’attivo la salvezza sembra ormai acquisita. Un traguardo quasi raggiunto, al quale ha contribuito anche Casciano, al quale sono stati fatali i mesi di dicembre e gennaio. Tornando al prossimo futuro, era importantissimo dare uno scossonoe ad un ambiente che già cominciava ad appiattirsi, per via di una vittoria che mancava da due mesi. Tornato al successo, il Gallico Catona si riscopre a soli cinque punti dai playoff. Ci sarà il tempo per riproporsi su mete più ambiziose? Staremo a vedere. Passata la paura, il bilancio torna positivo: il neonato comprensorio sta facendo benissimo, le due tifoserie, unite sotto un’unica maglia, possono ancora aumentare nel numero. Corsi e ricorsi storici. Nella Gallicese nell’era del compianto Nino Lo Presti aveva già allenato un certo Pietro Armenise, calciatore sempre della Reggina. Di sicuro, i dirigenti di Catona e Gallicese, artefici di questa fusione, hanno scritto una pagina importante per il calcio dilettantistico reggino, e tante altre possono scriverne in futuro. Scelte azzeccate, decisioni rapide: il tutto, senza grandi disponibilità economiche. La compagine rossazzurra tecnicamente è da primi postia, anche se manca una prima punta, ed il settore giovanile, unitamente alla splendida struttura del “ Lo Presti” di Gallico, rappresenta un punto di partenza. Insomma, sognare forse non è prematuro, fermo restando che bisogna anche guardare alle “casse” della società . Il progetto del club, d’altronde, era quelo di vivere al meglio un anno di annunciata transizione, anche per non anticipare i tempi di quello che si potrebbe costruire da qui a breve.
La tappa esterna di Castrovillari, molto probabilmente ci dirà molte cose su determinati prossimi obiettivi, visto che il Gallico Catona, nel Pollino, andrà ad affrontare una delle candidate al salto di categoria. Ivan Franceschini potrà contare su Leo Gatto e Calarco, ma perde gli squalificati Cormaci e Daniele Barillà, appiedati dal Giudice Sportivo. Un altro punto su cui il buon Ivan dovrà lavorare, riguarda proprio quello delle troppe squalifiche, che continuando di questo passo rischiano di diventare un autentico handicap. Infine, una nota fatta pervenire direttamente dal club: Salvatore Ripepi, non è il secondo di Franceschini, in quanto tesserato con la società San Giuseppe.
Giuseppe Calabrò
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