Il calcio è da sempre lo sport più seguito in Italia e quando si parla di giornalismo sportivo e di calciomercato un nome che senza ombra di dubbio non ha bisogno di presentazioni è quello di Alfredo Pedullà. Intervistato ai microfoni di RNP, il noto opinionista ha rilasciato alcune dichiarazioni in merito al caso Reggina della scorsa estate, soffermandosi inoltre sul nuovo corso amaranto e sulle scelte della società in merito alla guida tecnica e al mercato.
Di seguito, l’intervista integrale:
Dall’11 settembre scorso la Reggina è ufficialmente iscritta in Serie D, tuttavia è impossibile dimenticare quanto successo negli ultimi tre mesi. Le chiedo, in cuor suo immaginava già quale sarebbe stato l’epilogo finale o ha sempre avuto una percentuale di speranza, anche minima, per un finale diverso da quello che poi è stato?
“Una percentuale minima ovviamente c’è sempre stata, anche perché in una situazione come quella vissuta dalla Reggina non puoi fare altro che aggrapparti a quella. Ciò nonostante, tutto quello che è successo negli ultimi mesi mi ha portato ad immaginare che l’epilogo sarebbe stato quello alla fine. Ho visto diverse situazioni piuttosto complicate, fumose e soprattutto poca chiarezza, quindi questo automaticamente ti porta ad uno stato di rassegnazione e pessimismo.
Il caso Reggina ha avuto un’enorme risonanza mediatica e ha messo in evidenza un problema che è presente da anni, la distanza tra ordinamento statale e sportivo. Nel risultato finale della vicenda, secondo lei ha prevalso anche la volontà di non creare un precedente “pericoloso” per la Federazione?
“Dal mio punto di vista c’è stata una contraddizione enorme da parte della federazione. La Reggina aveva già presentato la domanda relativa al piano di ristrutturazione già a fine 2022, quindi il precedente la FIGC lo aveva già creato tempo fa non escludendo gli amaranto tra novembre e dicembre dello scorso anno. La verità in questo caso è soltanto una, ovvero che in Italia non abbiamo un presidente federale all’altezza: il calco italiano è completamente disorganizzato, puntualmente ci vengono proposte classifiche con asterischi, X e penalizzazioni. Per non parlare degli slittamenti e delle situazioni che hanno comportato poi deroghe di mercato ad alcune società. È veramente ridicolo, solamente in Italia accadono cose del genere”.
Nelle scorse settimane si è insediata la nuova società, la LFA Reggio Calabria. Quali sono le sue prime impressioni relativamente al nuovo corso amaranto?
“Ancora è troppo presto per poter fare delle analisi, valuteremo il loro operato nei prossimi mesi. Quello che non condivido è aver dato una denominazione sociale, la Felice Amaranto, che non ha nessun legame con la città e non c’entra nulla con la storia del club, anche perché come abbiamo potuto constatare è un nome che si è prestato ad ironie e facili sfottò. Nulla in contrario alla scelta di inserire il nome dell’università ma è ovvio che poi all’interno della denominazione ci deve essere “Reggio Calabria”, in segno di rispetto per una città dove sei ospite e per una tifoseria ferita che è sprofondata tra i dilettanti dopo aver conquistato i Playoff di serie B solo pochi mesi prima. Rappresenti Reggio e il nome deve essere Reggio. Punto. Francamente è stata una decisione superficiale”.
Domanda secca, mister Trocini scelta approvata?
“Assolutamente sì. Ha idee molto chiare, è un allenatore che ha fatto molto bene in carriera in serie C e in questa categoria può rappresentare un valore aggiunto. Il problema principale è che l’organico è stato costruito in pochi giorni e tanti calciatori non giocano una partita ufficiale da diverso tempo, altri invece sono arrivati senza una preparazione atletica adeguata quindi il rischio di andare incontro ad infortuni è alto. La Reggina ha esordito in campionato con 3-4 allenamenti sulle spalle e la squadra a lungo andare potrebbe risentirne, spetterà al tecnico trovare l’alchimia giusta nel minor tempo possibile”.
Il sogno della nuova società è quello di tentare immediatamente il salto di categoria, ma oltre alla Reggina ci sono diverse squadre attrezzate che ambiscono alle zone alte della classifica. Quali società potrebbero essere le principali antagoniste degli amaranto?
“Quello degli amaranto è un girone di tutto rispetto per la categoria e ci sono diverse squadre forti: il Trapani, il Siracusa, la stessa Vibonese si è mossa bene e tutte hanno costruito delle rose competitive composte da gente pronta e che conosce la categoria. Io non discuto sulle scelte della società amaranto ma fare mercato a luglio-agosto e fare mercato il 15 settembre non è la stessa cosa. Le altre società hanno avuto il vantaggio di avere più tempo per organizzare una campagna acquisti ponderata e strategica, ma sono certo che la Reggina farà un campionato all’altezza”.
Negli ultimi giorni ha preso forma l’organico della nuova Reggina. Al Sant’Agata sono arrivate alcune vecchie conoscenze come Barillà e Salandria, ma soprattutto tante giovani promesse. Chi potrebbe essere una delle sorprese di questo campionato, per fare un paragone recente, alla Giovanni Fabbian?
“Tra i calciatori che sono arrivati quello che mi intriga maggiormente è Provazza. Alessandro ha un grande talento, conosce l’ambiente e avrà sicuramente delle motivazioni in più rispetto a tanti altri essendo nato e cresciuto a Reggio. Anche Dervishi, che è un difensore scuola Atalanta e Inter mi dicono sia un ottimo giocatore, ma nel complesso tutti hanno buone qualità. L’aspetto importante, aldilà delle caratteristiche tecniche, è che mai come quest’anno abbiamo bisogno di gente che abbia grinta e spirito di sacrificio, indipendentemente dalla distinzione over o under. Gente come Barillà e Salandria, giocatori che hanno scelto di tornare a Reggio per una questione di amore per la città e di attaccamento alla maglia”.
SANTO ROMEO
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