Serie B, il pagellone del girone di andata: LE BOCCIATE

 

Il campionato cadetto si ferma con una lunga sosta, è tempo di bilanci. Quali sono le delusioni e le note liete al termine del girone di andata? In questa terza e ultima parte spazio alle squadre che hanno deluso rispetto alle aspettative.

 

 

SPEZIA – Il film si ripete. Investimenti importanti in sede di mercato uguale alta classifica, l’equazione proprio non riesce in casa dello Spezia. Partiti con Stroppa, i liguri hanno atteso invano il salto di qualità prima della virata su Mangia. L’ex tecnico dell’Under 21 porta entusiasmo e idee, le prime sono scappate ma lo Spezia è agganciato al numeroso vagone play-off. Considerato l’organico della formazione ligure, non è certamente il mercato il luogo dove colmare le lacune e ottenere finalmente la giusta continuità di risultati mancata finora. Manca evidentemente qualcos’altro, da ricercare nelle giuste motivazioni e l’integrazione di un gruppo che non riesce a rendere al 100%. VOTO 5

 

MODENA – La tempesta dopo la quiete. Partito con il turbo, garantito dall’exploit di Babacar, la spinta del Modena si è via via affievolita. In un paio di mesi Novellino si è ritrovato dalla zona play-off ai play-out, servirà tutta l’esperienza di Monzon per non far accusare il contraccolpo psicologico ad una squadra giovane ed inesperta. Lacune che si palesano lontano da casa e si traducono in numeri impietosi. Zero vittorie lontano dal Braglia per i canarini, che non possono contare esclusivamente sul buon rendimento interno per dare la caccia ai play-off. Obiettivo chiaro (anche se non dichiarato) della società gialloblù, e al giro di boa troppo distante. VOTO 5

 

 

TERNANA – Natale (insolito) a Terni. Salvato in diverse circostanze nonostante risultati lontani anni luce dalle aspettative di una società che sul mercato non aveva badato a spese, Toscano è stato silurato dopo una vittoria che poteva rappresentare la fine del tunnel. I paradossi del calcio. Toccherà a Tesser adesso maneggiare un organico di qualità ma rivelatosi ricco di spine e dare risposta alle attese di dirigenza e società. Il dato da rivedere al più presto riguarda il rendimento esterno: appena cinque punti e nessuna vittoria lontano da casa per Antenucci e compagni. La scalata alla zona play-off è complicata, difficile ma non impossibile, prima di tutto però bisognerà allontanarsi dalle viscide retrovie. Situazione non immaginabile a inizio stagione. VOTO 5

 

 

JUVE STABIA – Difficile farsi illusioni. La classifica della Juve Stabia al termine del girone d’andata lascia pochi spiragli alle speranze dei campani, molto vicini al ritorno in Lega Pro. Dopo due salvezze brillanti ottenute, Braglia sin dai primi vagiti di stagione aveva colto le evidenti difficoltà di una squadra senz’anima ne qualità. Arrivato in una situazione già complicata, Pea non è riuscito a invertire una rotta che va dritta verso il naufragio. Una vittoria appena all’attivo, nessuna tra le mura amiche. Il cocktail di gioventù ed esperienza miscelato dalla dirigenza della Juve Stabia, stavolta si è rivelato un bluff. VOTO 4,5

 

PADOVA – La rivoluzione del nulla. Cambiare tutto (proprietà, dirigenza, staff tecnico e gran parte dell’organico) non è servito a niente. Il Padova rivive difficoltà e patemi della scorsa stagione, evidentemente le scelte errate sono un ritornello in casa dei veneti. All’arrivo di Marcolin aveva fatto seguito un mercato confusionario ma ricco e variegato, le sensazioni erano se non del tutto positive quantomeno tranquille. Invece il Padova non ha mai abbandonato le ultime posizioni della classifica, e dopo un paio di mesi ha fatto ricorso all’esperienza di Mutti per provare a tirarsi fuori dai guai. I risultati ottenuti dall’ex tecnico del Messina non sono stati di molto superiori rispetto al predecessore, la formazione veneta si trova ad aprire il 2014 tra dubbi, incertezze e paure. VOTO 4,5

 

NOVARA – La grande assente. Era impossibile trovare un addetto ai lavori che ad inizio stagione non inserisse il Novara tra le candidate alla promozione o almeno in zona play-off, invece i piemontesi hanno chiuso il girone d’andata al quart’ultimo posto. L’avvio con Aglietti era stato promettente, poi è arrivato un lungo tunnel buio che ha finito con l’inghiottire il tecnico toscano, esonerato in favore di Calori. Qualche sussulto ma nulla di eclatante con il nuovo tecnico, la delusione in casa del Novara è legata soprattutto al rendimento di alcuni singoli. Gonzalez non ha la brillantezza (e la prolificità) delle passate stagioni, Comi è arrivato in Piemonte per esplodere e si è rivelato un flop. I play-off sono ormai un utopia, quando tutto va storto è già qualcosa evitare il baratro.  VOTO 4,5

 

REGGINA – Si salvi chi può. Il ritorno di Atzori sulla panchina amaranto, nella stagione del centenario, aveva come obiettivo quello di dare vita a un progetto convincente e duraturo. Il mercato, seppur condotto con ritardo e qualche incognita di troppo, sembrava dare sufficienti garanzie per poter almeno navigare tranquillamente i mari di metà classifica. Foti (non più presidente ma azionista di maggioranza dopo il rimpasto societario) ha finito invece per farsi prendere dalla frenesia: via Atzori e dentro Castori, via l’ex Varese e dentro di nuovo Atzori. Adesso l’ennesima rivoluzione, con la scelta interna Gagliardi-Zanin a prendere le redini di quella che sembra una barca alla deriva. Con la stessa confusione che ha regnato sovrana in casa del Grosseto nella passata stagione, senza però le possibilità economiche per tentare il la risalita con un mercato di riparazione convincente. ‘Voglio vincere’, il proclama ripetuto più volte in estate da Foti, suona al giro di boa del campionato cadetto come una beffa atroce. VOTO 4

 

pa.rom. – rnp