Si è svolta nella tarda mattinata la conferenza stampa di presentazione dei due nuovi portieri della Reggina, Simone Colombi e Federico Ravaglia, i quali hanno risposto alle domande dei giornalisti.
Federico Ravaglia
Mi piace giocare con i piedi e dialogare con la squadra in fase di possesso basso, lì poi ci dirà il mister anche sul modo di andare in campo. A Frosinone è stata un’annata positiva; di Canotto posso solo parlar bene, è un bravo ragazzo e un ottimo giocatore, ha grandi doti offensive, ma è intelligente e generoso e sa dare una mano in fase difensiva. Andiamo in campo insieme a Simone Colombi per allenarci al massimo, sia per noi ma che per la squadra, ho trovato un bell’ambiente; più avanti vedremo cosa succederà quando verranno fatte delle scelte, l’importante è farsi trovare sempre pronti. L’anno scorso ho giocato sempre, tranne nella parte finale a causa di un infortunio; per un portiere è importante avere continuità , per trovare confidenza e fiducia. Ricordo bene la partita dello scorso anno al Granillo, venivo da una settimana difficile perché avevo perso mio nonno; la parata sotto la sud è stata per me una liberazione, ho vissuto una partita emotivamente intensa, forse è un segno del destino che adesso io sia venuto qui. Era la prima volta che giocavo a Reggio e ho sentito il calore che questa piazza porta allo stadio, son venuto con tanta voglia di fare bene, sapendo che in primis indossare questa maglia è motivo d’orgoglio. La trattativa è stata veloce: ero in ritiro con il Bologna, mi ha contattato il mio procuratore, in seguito ho parlato con il direttore e la trattativa è andata in porto in pochi giorni. Non ho ancora incontrato il direttore Taibi di persona ma solo per telefono, spero di farlo presto.
Simone Colombi
Sono abituato a guadagnarmi sul campo la possibilità di giocare, sarà così anche qui, l’obiettivo nostro è di mettere in difficoltà il mister con una sana competizione, ma soprattutto è quello di dare una mano alla squadra. Dal primo giorno della settimana bisogna ambire a giocare, lavorando tutti insieme. Buffon? Ho vissuto una bella esperienza avendo modo di conoscerlo in campo e fuori, ho cercato di rubare da lui il più possibile. Purtroppo quando ha avuto problemi fisici, sono stato male anche io in contemporanea e non ho avuto molte chance di mettere minuti nelle gambe. Un’esperienza formativa che rifarei, non capita facilmente di poter condividere lo spogliatoio con un campione del calibro di Buffon, che per i portieri della mia generazione è stato, ed è, un idolo. Cercherò di mettere a disposizione del gruppo, dentro e fuori dal campo, un po’ di quello che ho appreso da lui; viverlo nel quotidiano è stato totalmente differente rispetto al guardarlo in TV. L’anno scorso è stato difficile, il Parma doveva ammazzare il campionato sulla carta ma la B è questa, ti devi calare nella realtà , devi avere tanti operai in campo, gente che conosce la categoria e che sa soffrire; puoi vincere e perdere sia contro la prima che contro l’ultima. L’importante è creare subito un gruppo forte e vedo che qui sta avvenendo tutto ciò; bisogna costruire, ci vuole tempo perché ci sono tante persone nuove. Essere portiere della Reggina è motivo d’orgoglio, questa società è storica e importante; nelle scorse settimane, quando mi si è presentata l’occasione di tornare al sud dopo Castellammare e Palermo, dove mi ero trovato bene in passato, ho sentito la voglia di assaporare una piazza calda e passionale come Reggio. Sono contente di essere qui, ho tanto entusiasmo e porterò tutto ciò con me ad ogni allenamento. Ero in ritiro con il Parma e sapevo che la società aveva fatto altri tipi di scelte; il mio procuratore mi ha fatto sapere dell’interessamento della Reggina e gli ho dato il via libera per procedere. Dopo un paio di giorni mi ha confermato il tutto e sono sceso. L’obiettivo nostro è quello di far bene, il campionato è tra i più difficili di sempre, di conseguenza l’importante sarà far più punti il prima possibile, per raggiungere la salvezza in fretta; l’anno scorso a Parma, con quel tipo di squadra, siamo arrivati dodicesimi, e ad un certo punto ci siamo dovuti guardare le spalle. Dovremo tenere ben piantati i piedi per terra, la società ci sta mettendo nelle condizioni di far bene, adesso spetta a noi. Ho lavorato con Taibi a Modena, all’epoca era nello staff e lo avevo conosciuto, sono contento di ritrovarlo a Reggio; con Inzaghi e i suoi collaboratori ci stiamo trovando bene. C’è un bell’ambiente, già così è un ottimo modo per partire con il piede giusto.
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