Non ci dilungheremo molto, sul torto arbitrale subito dalla Reggina nella sfida contro il Palermo. L’errore firmato dal signor Mariani in collaborazione col suo assistente, è così grave e clamoroso che si commenta da solo. Un errore che di fatto ha falsato l’andamento della partita, fatto salvo il valore di una corazzata, quella rosanero, che con la serie B ha davvero poco a che fare. Anche quello che è successo dopo, merita più la stesura di un velo, anzichè ricercate analisi. La squalifica di Andelkovic, autore al Granillo di una parata veramente strepitosa (peccato che di mestiere faccia il difensore, ed in porta c’era Ujkani), appare quantomai ‘bizzarra’, soprattutto dal momento in cui viene confermata quella di Castori. La confusione più totale, nella giornata di oggi ha lasciato il passo all’assoluta tristezza (già , tristezza, mai termine fu più adatto): abbiamo sperato fino all’ultimo che si trattasse di uno scherzo, ed invece il signor Mariani è stato promosso in serie A, laddove farà il giudice di linea in Livorno-Juventus.
In questa autentica caccia al tragicomico, inseriamo anche il comunicato ufficiale di Giorgio Perinetti. Sia chiaro, il direttore dell’area tecnica rosanero ha fatto bene a puntare i piedi contro la squalifica di Andelkovic. Il problema, è che non si è fermato lì, parlando di superiorità manifesta della sua squadra e di rigore difficilissimo da vedere (!!!). Nella nota in questione, l’autore si è inoltre dimenticato (ma che strano…), di specificare che il Palermo avrebbe giocato gli ultimi 13 minuti più recupero in inferiorità numerica. Un’analisi del genere, potevamo tollerarla dal più incallito dei supporters palermitani. Se invece proviene da un uomo di calcio dell’esperienza e della caratura di Perinetti, diventa inaccettabile, e ci fa pensare che ancor più brutto del non saper perdere, è il non saper vincere…
Chiarito ciò, rivolgiamo la nostra attenzione sulla delicatissima sfida-salvezza del Tombolato, sottlineando come la Reggina sia terzultima solo ed esclusivamente per demeriti propri, non certo per colpa degli arbitri. Proprio in virtù di quella onestà intellettuale che nel calcio di oggi rischia di diventare come l’acqua nel deserto, ricordiamo anche che la vittoria della scorsa stagione, ottenuta proprio a Cittadella e decisiva ai fini della salvezza, iniziò con una rete, quella di Gerardi, viziata da un fallo di mano di Di Michele. Se Nasca avesse visto quell’infrazione, gli amaranto non solo non si sarebbero portati sul momentaneo 1-1, ma avrebbero giocato il finale di partita in 10 contro 11, dal momento che lo stesso attaccante di Guidonia, già ammonito, si sarebbe beccato il secondo giallo. Non sappiamo come sarebbe finita in quel caso, fatto sta che Cittadella diventò una tappa fondamentale, per celebrare il centenario ancora in serie B. A distanza di 6 mesi, inutile negarlo, tutti speravamo di trovarci in una stiazione diversa. Ed invece, la trasferta al cospetto dei granata di Foscarini diventa nuovamente un appuntamento che non si può e non si deve fallire.
Rispetto alle prime due prove da ‘mani nei capelli’, la Reggina di Castori ha fatto registrare segnali di miglioramento sotto tutti i punti di vista. Certo, i limiti rimangono, al pari dei punti interrogativi (De Rose non è un regista, mentre la mossa che vede Gerardi ‘rifinitore atipico’ dopo un pò diventa facilmente neutralizzabile dagli avversari), ma questi ragazzi contro Padova e Palermo hanno dato tutto quello che potevano. La sfida di sabato scorso dunque, deve servire come base su cui costruire, senza più guardare al risultato finale o agli scempi del ‘neopromosso’ Mariani. Il tempo per tirarsi fuori dai guai sta finendo. Lo dicono i numeri, lo dice la classifica. Per chiudere il girone d’andata in media-salvezza, biogna ottenere nelle restanti 7 partite un punto in più rispetto a quelli incamerati fino ad oggi. Un compito arduo, specie guardando il calendario.
Ecco perchè, sabato pomeriggio, bisogna avere l’atteggiamento della belva ferita. Guai a fare altri passi indietro. guai a tornare quelli delle partite con Pescara e Latina: la notte si farebbe troppo fonda, e la luce in fondo al tunnel rischierebbe di diventare irraggiungibile…
ferdinando ielasi-reggionelpallone.it
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