Lucioni, Adejo e Fischnaller. A distanza di tredici mesi dalla sua partenza, Riccardo Colombo sabato prossimo al Tombolato ritroverà appena tre ex compagni, considerato che i giovani Maicon e Louzada all’epoca non si allenavano con la prima squadra. E’ il segnale tangibile di una Reggina che è cambiata tanto, probabilmente troppo. L’esterno accasatosi al Cittadella dopo aver passato qualche mese nel ‘listone’ degli svincolati ricorda l’ultimo periodo in riva allo Stretto con un po’ di amarezza, senza perdere stima e affetto nei confronti del presidente Foti: “Mi è dispiaciuto lasciare la Reggina in quel modo, non nascondo la delusione per come si è chiusa la mia esperienza in amaranto. Il presidente Foti ha fatto una scelta che ritengo sbagliata, ma che rispetto. Le sue dimissioni? Mi hanno colpito, non me le aspettavo. Lui ci ha sempre messo la faccia, nel bene e nel male, con la passione di chi ama questo sport”.
Reggina il passato, Cittadella il presente. Due realtà alle prese con una classifica difficile, sabato sarà uno scontro salvezza che difficilmente regalerà spettacolo: “Credo sarà una gara combattuta, tesa. Sia noi che la Reggina non veniamo da un periodo positivo, c’è la voglia comune di ritrovare la vittoria. Noi giochiamo in casa e non possiamo perdere questa opportunità, dobbiamo assolutamente tornare al successo”. Dai due volti e sfortunata, questa la Reggina che Colombo ha visto contro il Palermo: “Nel primo tempo gli amaranto non hanno fatto bene, nella ripresa invece si è vista una reazione. Avrebbero meritato il pareggio, non si può negare che l’episodio del fallo di mano non visto dall’arbitro ha influito sul risultato”. Lontana dalle ambizioni iniziali, la squadra amaranto rischia un triste brindisi per il prossimo centenario. Il centrocampista classe 82’ non trova congiunzione tra la classifica della Reggina e il valore dell’organico: “Non mi aspettavo assolutamente una partenza cosi stentata. La squadra ha qualità importanti, basti pensare a un giocatore come Di Michele. I motivi di questa difficoltà? Non potendo puntare sull’aspetto tecnico, dico quello psicologico. Forse dopo i primi risultati negativi la squadra si è intimorita e ha perso fiducia, e adesso la paura aumenta perché si guarda una classifica che non si credeva possibile”.
La formazione di Foscarini è reduce dal pareggio in extremis ottenuto sul campo del Cesena, il punto strappato ai romagnoli dà fiducia e morale: “Abbiamo mostrato personalità e voglia di non mollare mai, peccato per l’occasione del 2 a 3 mancata. Risultati troppo altalenanti? Vero, ma la squadra sul piano delle prestazioni difficilmente ha tradito. In alcuni casi ci hanno condannato gli episodi ma rimango fiducioso, abbiamo i mezzi per ottenere la salvezza”. Partita con un organico ricco di giovani, il Cittadella è corso ai ripari deviando la traiettoria: “Siamo arrivati io, Di Donato e Coralli, giocatori esperti con alle spalle diversi campionati di serie B. Ritengo che adesso ci sia il giusto mix di esperienza e gioventù per ottenere i traguardi prefissati. I giovani più interessanti? Segnalo soprattutto il portiere Di Gennario e l’esterno sinistro Alborno, hanno qualità e margini di crescita evidenti ”.
pa.rom. – rnp
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