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Europei, la Storia: 2016, Parigi celebra il primo titolo del Portogallo

Europei, la Storia: 2016, Parigi celebra il primo titolo del Portogallo
Mondo Sport
08/06/2021 22:16 | A cura di Domenico Geria
La quindicesima edizione degli Europei vide il primo successo del Portogallo, vittorioso ai supplementari contro la Francia padrona di casa

La Storia degli Europei di calcio: RNP racconta in 15 puntate gli eventi, le imprese e i protagonisti della più prestigiosa competizione continentale per nazioni, dagli albori fino all’ultima edizione datata 2016, alla vigilia della 16^ edizione.

FRANCIA 2016

PRIMA FASE – L’edizione 2016 degli Europei tornò a giocarsi in una sola nazione e l’UEFA ne assegnò l’organizzazione alla Francia; novità sul numero delle partecipanti, salite da 16 a 24, Alle qualificazioni presero parte 53 nazionali, suddivise in 9 gironi; ad accedere alla fase finale furono le prime 2 di ogni raggruppamento più la migliore terza, mentre per gli ultimi 4 posti posti si sfidarono in gare di spareggio le altre 8 terze.

QUALIFICATE – Ad accedere alla fase finale di Euro 2016 furono: Francia padrona di casa, Repubblica Ceca e Islanda (prime classificate del Gruppo A davanti a Turchia, Olanda, Kazakistan e Lettonia), Belgio e Galles (Bosnia, Israele, Cipro e Andorra), Spagna e Slovacchia (Ucraina, Bielorussia, Lussemburgo e Macedonia), Germania e Polonia (Irlanda, Scozia, Georgia e Gibilterra), Inghilterra e Svizzera (Slovenia, Estonia, Lituania e San Marino), Irlanda del Nord e Romania (Ungheria, Finlandia, Far Oer e Grecia), Austria e Russia (Svezia, Montenegro, Liechtenstein e Moldavia), Italia e Croazia (Norvegia, Bulgaria, Azerbaijan e Malta), Portogallo e Albania (Danimarca, Serbia e Armenia); la migliore terza, che si qualificò senza dover passare dagli spareggi, fu la Turchia. Ad aggiudicarsi gli spareggi furono: Irlanda (la quale eliminò la Bosnia), Svezia (Danimarca), Ucraina (Slovenia), Ungheria (Norvegia).

CURIOSITÀ – Il 15 novembre 2014, nel quarto turno del Gruppo E, a Serravalle la sfida tra San Marino ed Estonia terminò 0-0: per la nazionale del Monte Titano fu il primo risultato positivo nella storia delle qualificazioni.

L’ITALIA – La nazionale di Antonio Conte chiuse il Gruppo H al comando con 24 punti, prevalendo sulla Croazia, seconda a 4 lunghezze, una di queste ricevuta come penalizzazione. Tre vittorie nei primi 270′, poi il pari a Milano contro i croati nello scontro diretto; a questo pareggio ne seguirono altri due, a Sofia contro la Bulgaria per 2-2 e a Spalato nella sfida di ritorno contro i biancorossi (Candreva segnò il gol italiano sia all’andata che al ritorno). L’allungo degli Azzurri si concretizzò nei successivi turni: doppia vittoria contro Malta e Bulgaria, mentre la Croazia prima impattava in Azerbaijan, poi cadeva in Norvegia. Il primato dell’Italia si confermò grazie alle due vittorie finali, proprio contro azeri e norvegesi.

FASE FINALE – Il 10 giugno a Parigi si aprì il Gruppo A con la sfida tra la Francia padrona di casa e la Romania: successo al 90′ dei francesi per 2-1 firmato da Payet. La nazionale di Deschamps batté poi l’Albania di De Biasi, impattando la sfida finale con la Svizzera vincendo il girone. Agli elvetici andò il secondo posto grazie alla vittoria contro gli albanesi e al pari con i romeni.
Nel Gruppo B primato a sorpresa per l’esordiente Galles che vinse contro Slovacchia e Russia, perdendo la gara di mezzo contro l’Inghilterra al 92′; inglesi secondi con il successo sui gallesi a intervallare i pareggi contro russi e slovacchi.
Nel Gruppo C dominarono Germania e Polonia, vincenti contro Irlanda del Nord e Ucraina e annullatesi a vicenda nello scontro diretto; ai tedeschi andò il primo posto per la miglior differenza reti.
Nel Gruppo D primo posto per la Croazia: vittoria contro la Turchia, pari con la Repubblica e Ceca e successo decisivo per il primo posto contro la Spagna campione uscente; per le Furie Rosse due successi nelle prime due gare.
Nel Gruppo E brillante primo posto per l’Italia, che vinse la difficile gara d’esordio contro il Belgio per 2-0, gol di Giaccherini e Pellè, vincendo anche il successivo incontro con la Svezia grazie al guizzo di Eder quasi al 90′; già qualificata, uscì sconfitta per 1-0 dagli ultimi 90′ giocati contro l’Irlanda. Con gli stessi punti dell’Italia, 6, al secondo posto si classificò il Belgio, il quale batté irlandesi e svedesi.
Nel Gruppo F il primo posto andò all’Ungheria, che dopo aver battuto l’Austria al debutto nel derby dell’impero, pareggiò con Islanda e Portogallo, chiudendo a quota 5; stessi punti anche per gli esordienti islandesi, i quali bloccarono sul pari i portoghesi all’esordio e dopo il successivo segno X con i magiari, vinsero l’ultima decisiva sfida contro l’Austria al 94′. Portogallo terzo con tre pareggi in altrettante partite.

In vista degli ottavi di finale, avvenne il ripescaggio delle quattro migliori terze: Slovacchia, Irlanda, Portogallo e Irlanda del Nord; eliminate Turchia e Albania.
Agli ottavi, il 25 giugno si giocarono tre incontri: la Polonia eliminò la Svizzera ai calci di rigore; il Galles si aggiudicò il derby britannico con l’Irlanda del Nord per 1-0; il Portogallo prevalse sulla Croazia ad un passo dai calci di rigore grazie al gol di Quaresma.
Il 26 giugno andarono in scena altri tre match: la Francia padrona di casa piegò per 2-1 in rimonta l’Irlanda; la Germania vinse 3-0 contro la Slovacchia; il Belgio rifilò un netto 4-0 all’Ungheria.
Il 27 giugno erano in programma gli ultimi due ottavi: l’Italia di Conte vinse 2-0 contro la Spagna grazie alle reti di Chiellini e Pellè, vendicando la finale persa quattro anni prima; colpaccio a sorpresa dell’Islanda, vittoriosa per 2-1 contro l’Inghilterra.

Il 30 giugno a Marsiglia ebbero inizio i quarti di finale con la sfida tra Polonia e Portogallo che i lusitani vinsero ai calci di rigore.
Il 1° luglio il sogno del Galles continuò a sorpresa con la vittoria in rimonta per 3-1 contro il favorito Belgio.
Il 2 luglio a Bordeaux fu di nuovo Italia-Germania: Ozil portò avanti i tedeschi, Bonucci dal dischetto firmò il pari. Si arrivò ai calci di rigore, tre errori a testa nella serie regolare di cinque penalty; ad oltranza fu decisivo il tentativo fallito da Darmian al nono rigore.
Il 3 luglio la Francia stroncò sul più bello il sogno dell’Islanda, vincendo 5-2 con un dominio quasi totale.

Il 6 luglio a Lione Cristiano Ronaldo e Nani misero a segno un micidiale uno-due in avvio di ripresa, sancendo la vittoria del Portogallo sul Galles.
Il 7 luglio a Marsiglia toccò a Griezmann firmare la doppietta che portò la Francia in finale, fermando la Germania ancora una volta in semifinale.

Il 10 luglio a Parigi la Francia padrona di casa e il Portogallo si contesero il titolo di campione d’Europa; francesi a caccia del terzo successo dopo quelli del 1984 e del 2000 (puntando sulla conferma della statistica di una vittoria ogni sedici anni), portoghesi più volte fermatisi ad un passo dal successo, in particolare nel 2004, battuti in casa dalla Grecia nella finalissima. La partita per la nazionale di Fernando Santos si mise in salita a metà del primo tempo, quando il suo uomo più forte, Ronaldo, fu costretto alla sostituzione per infortunio. Nonostante ciò, la Francia non riuscì ad imporsi contro la squadra lusitana, ben organizzata e non arrivata in finale per caso, dimostrando di non ruotare solo attorno al suo campione. La sfida giunse ai supplementari sullo 0-0. Nel corso del secondo extra-time, l’attaccante portoghese Eder, entrato in campo nei minuti finali dei tempi regolamentari, trovò di forza un varco centrale sulla trequarti francese, scoccando un rasoterra fulmineo e chirurgico che superò Lloris finendo in rete, facendo calare il gelo su Saint-Denis. L’assalto disperato dei francesi non sortì alcun effetto e al triplice fischio il Portogallo poté festeggiare il suo primo titolo di campione d’Europa.

IL PERSONAGGIO – Fu il cannoniere del Portogallo a Euro 2016 con 3 reti, al pari del più noto e acclamato Cristiano Ronaldo, il quale tuttavia lasciò il segno in minima parte, con una doppietta contro l’Ungheria e uno dei due gol portoghesi contro il Galles in semifinale, abbandonando la finale dopo 20′ per infortunio. Nani invece la giocò per intero, fino all’ultimo dei 120′. L’esterno offensivo giramondo segnò a sua volta due reti nella fase a gironi: contro l’Islanda e il primo contro gli ungheresi; dopo la rete di CR7, mise al sicuro il risultato contro i gallesi in semifinale. La sua esperienza con la nazionale lusitana, terminata nel 2017, lo vide collezionare 112 presenze con 24 reti all’attivo. Nelle squadre di club, dopo un inizio di carriera con lo Sporting Lisbona, il salto di qualità arrivò nel 2007 con il passaggio al Manchester United, dove rimase per sette stagioni vincendo per quattro volte la Premier League, oltre a diversi tornei nazionali. Nel 2014 tornò a casa, vincendo con lo Sporting Lisbona la coppa nazionale; una sola stagione nella capitale portoghese prima di riprendere a viaggiare, senza fermarsi molto ovunque andasse: un anno al Fenerbahce in Turchia, uno al Valencia in Spagna, poi la breve parentesi con la Lazio nella prima metà della stagione 2017/2018, prima di tornare ancora una volta allo Sporting. Nel 2019 si imbarcò in una nuova avventura oltre oceano, approdando in Major League Soccer negli Orlando City.

EURO 2016 – CAMPIONE: PORTOGALLO

(15 – fine)

Domenico Geria
Collaboratore di ReggioNelPallone.it

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