La Storia degli Europei di calcio: RNP racconta in 15 puntate gli eventi, le imprese e i protagonisti della più prestigiosa competizione continentale per nazioni, dagli albori fino all’ultima edizione datata 2016, alla vigilia della 16^ edizione.
INGHILTERRA 1996
PRIMA FASE – Cresce il numero delle nazionali iscritte, a causa degli avvenimenti socio-politici degli anni precedenti che portarono alla dissoluzione dell’Unione Sovietica, della Jugoslavia e della Cecoslovacchia. Ben 48 le partecipanti alle qualificazioni, così l’UEFA raddoppiò le ammesse alla fase finale portandola a 16 finaliste. La decima edizione venne assegnata all’Inghilterra; le altre 15 qualificate furono le prime classificate di 8 gironi eliminatori, le 6 migliori seconde più la vincente dello spareggio tra le peggiori seconde. Era inoltre il primo campionato Europeo dall’introduzione dei tre punti per la vittoria.
QUALIFICATE –Â Alla fase finale di Euro ’96 parteciparono: Inghilterra, padrona di casa, Romania e Francia (prime classificate del Gruppo 1 davanti a Slovacchia, Polonia, Israele e Azerbaijan), Spagna e Danimarca (Belgio, Macedonia, Cipro e Armenia), Svizzera e Turchia (Svezia, Ungheria e Islanda), Croazia e Italia (Lituania, Ucraina, Slovenia ed Estonia), Repubblica Ceca (Olanda, Norvegia, Bielorussia, Lussemburgo e Malta), Portogallo (Irlanda, Irlanda del Nord, Austria, Lettonia e Liechtenstein), Germania e Bulgaria (Georgia, Moldavia, Albania e Galles), Russia e Scozia (Grecia, Finlandia, Far Oer e San Marino). Lo spareggio tra le peggiori seconde venne vinto dall’Olanda contro l’Irlanda.
L’ITALIA – Qualificazione ottenuta con il brivido per la nazionale Azzurra vice-campione del Mondo, inserita nel Gruppo 4 in una sorta di Ballo delle Debuttanti, contro cinque nazionali neonate e quindi all’esordio nelle qualificazioni. Inizio difficoltoso per l’Italia che pareggiò in Slovenia e vinse in Estonia, incassando poi a Palermo una sconfitta per 2-1 contro i forti croati. Le successive quattro vittorie di fila fecero prendere quota alla nazionale di Sacchi, costretta ad inseguire la Croazia fino allo scontro diretto di Spalato: finì 1-1, risultato che avrebbe quasi certamente condannato l’Italia al secondo posto finale, con il rischio di dover giocare lo spareggio tra le peggiori seconde. I successi finali contro Ucraina e Lituania consentirono a Maldini e compagni di chiudere con gli stessi punti della Croazia, 23, ma dietro per gli scontri diretti; tuttavia il pericolo dello spareggio venne scongiurato e l’Italia approdò alla fase finale.
FASE FINALE – Con 16 partecipanti si optò per quattro gironi eliminatori con due qualificate per parte; poi scontri ad eliminazione diretta dai quarti di finale.
Nel Gruppo A l’Inghilterra, trascinata da Alan Shearer, vinse il girone, pareggiando con la Svizzera e battendo la Scozia 2-0 e l’Olanda 4-1; gli Orange chiusero comunque al secondo posto: 0-0 con gli scozzesi e 2-0 agli elvetici; Bergkamp e compagni ottennero gli stessi punti della Scozia, la stessa differenza reti ma con due gol segnati in più.
Nel Gruppo B la Francia, assente a sorpresa a USA ’94, si classificò al primo posto: 1-0 alla Romania, 1-1 con la Spagna e 3-1 alla Bulgaria che due anni prima raggiunse un sorprendente quarto posto mondiale. Avanti anche la Spagna che pareggiò con bulgari e francesi, piegando infine la Romania con un gol di Amor quasi al 90′ che eliminò la Bulgaria.
Nel Gruppo C si consumò la disfatta inattesa dell’Italia: a Liverpool, una doppietta di Casiraghi piegò la Russia al debutto per 2-1, ma nel match successivo un certo Pavel Nedved, quasi sconosciuto ai più all’epoca, punì gli Azzurri ai quali non bastò il momentaneo pari di Chiesa per evitare la sconfitta contro la Repubblica Ceca; la sfida finale, contro la Germania già qualificata grazie ai successi ottenuti contro i cechi, 2-0, e i russi, 3-0, si tramutò in un doloroso nulla di fatto, uno 0-0 reso ancora più amaro dal 3-3 dei cechi contro la Russia. Sarebbe bastato vincere per andare avanti, ed invece si chiuse con gli stessi punti della Repubblica Ceca, la quale aveva però vinto lo scontro diretto.
Nel Gruppo D chiuse al primo posto il Portogallo, dopo il pari al debutto contro la Danimarca e i successi per 1-0 contro la Turchia e 3-0 contro la Croazia; i croati riuscirono comunque ad arrivare secondi vincendo le prime due sfide in programma, 1-0 con i turchi e 3-0 ai danesi, perdendo di fatto lo scontro diretto per il primo posto contro i lusitani.
Il 22 giugno a Londra toccò a Inghilterra e Spagna aprire le danze per i quarti di finale: finì 0-0 anche dopo i supplementari, ai calci di rigore agli inglesi bastò calciarne quattro, tutti vincenti, per passare il turno, mentre gli spagnoli sbagliavano con Hierro e Nadal.
Sempre il 22 giugno, ma a Liverpool, fu il turno di Francia e Olanda: anche qui nessun gol dopo 120′, i francesi realizzarono i loro cinque penalty mentre tra gli olandesi falliva l’esecuzione Seedorf.
Il 23 giugno a Manchester, la Germania piegò l’indomita Croazia per 2-1: vantaggio tedesco con Klinsmann dal dischetto, pari croato del bomber Suker, gol-partita della nazionale di Vogts firmato da Sammer.
Sempre il 23 giugno, a Birgmingham, il Portogallo favorito cadde contro la Repubblica Ceca, vittoria di misura firmata da Poborsky.
La prima semifinale si giocò a Manchester il 26 giugno: nessun gol tra Francia e Repubblica Ceca, necessari i calci di rigore e i francesi, perfetti contro la Spagna, pagarono dazio fallendo al sesto tentativo con Pedros; perfetta la serie dei cechi, spediti in finale dal sesto rigore firmato da Kadlec.
La seconda semifinale, il 26 giugno a Londra, tra Germania e Inghilterra, vide il vantaggio-lampo inglese con Shearer e la risposta tedesca con Kuntz. Parità dopo 120′, necessaria la lotteria dei rigori per stabilire anche la seconda finalista: la Germania fece sei su sei, per gli inglesi decisivo l’errore finale di Southgate.
Il 30 giugno, a distanza di tre settimane esatte dal debutto ad Euro ’96, a Wembley tornarono ad affrontarsi Germania e Repubblica Ceca, stavolta per l’assegnazione del trofeo; nel girone eliminatorio che aveva visto soccombere l’Italia, la sfida tra tedeschi e cechi si era chiusa sul 2-0 con le reti di Ziege e Moller. Il CT tedesco Berti Vogts, già punito a sorpresa quattro anni prima dalla Danimarca, ebbe un terribile déjà -vu quando al 58′ Poborsky lanciato in contropiede venne falciato, l’arbitro Pairetto indicò il dischetto e Berger segnò su rigore il vantaggio dei cechi, alla loro prima partecipazione agli Europei dopo la dissoluzione della Cecoslovacchia avvenuta nel 1993. Al 73′ tuttavia, la risposta tedesca si concretizzò con il colpo di testa vincente di Bierhoff che girò in rete una punizione calciata da Ziege. Finì 1-1 e si andò ai tempi supplementari, dove da alcuni anni era stata ideata la regola del Golden Gol, che nessuno aveva ancora sfruttato nei turni precedenti. Il Golden Gol comportava la fine immediata della partita, nel momento in cui una delle due squadre avesse segnato. Al 5′ del primo tempo supplementare, Bierhoff spizzò di testa un lancio lungo servendo Klinsmann, il quale gli restituì il pallone; l’autore del pari, all’epoca in forza all’Udinese, difese la sfera al limite, si girò e calciò verso la porta di Kouba; la deviazione di un difensore ceco diede un effetto strano alla sfera che divenne imparabile per il portiere. Il Golden Gol di Bierhoff chiuse la finale al 95′, la Germania alzò al cielo di Londra il suo terzo trofeo da campione d’Europa.
IL PERSONAGGIO – Atteso per tutto il cammino europeo, il gigante biondo Oliver Bierhoff si sbloccò proprio nella partita più importante, prima annullando il vantaggio dei cechi, poi siglando il primo Golden Gol in una finale degli Europei (non sarà l’unico, come vedremo nella prossima puntata). Aveva trovato la maglia della nazionale per la prima volta pochi mesi prima degli della manifestazione e negli anni successivi ne diverrà un punto fermo, chiudendo la sua esperienza nel 2002, dopo la finale mondiale persa a Yokohama contro il Brasile, per un totale di 70 presenze e 37 gol. Lanciato in Germania dal Bayer Uerdingen e dall’Amburgo, passò in seguito in Austria, al Salisburgo, dove segnò tanto da essere notato dai club italiani: in prestito dall’Inter, Bierhoff giocò nell’Ascoli con la quale retrocesse in Serie B. dove maturò notevolmente vincendo anche la classifica marcatori. Ritrovò la Serie A grazie all’Udinese, all’epoca tra le big in lotta per la Champions (e non solo), dove esplose definitivamente segnando in tre anni 57 gol, 27 dei quali nella stagione 1997/1998 gli valsero il titolo di capocannoniere. Passò poi al Milan dove militò per altre tre stagioni, togliendosi la soddisfazione del suo primo titolo italiano: lo scudetto 1998/1999 al quale contribuì con 17 reti. Dopo una stagione al Monaco, tornò in Italia per chiudere la carriera con il Chievo, segnando 7 gol.
EURO ’96 – CAMPIONE: GERMANIA
(10 – continua)
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