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Europei, la Storia: 1988, l’Olanda vola sulle ali del Cigno di Utrecht

Europei, la Storia: 1988, l’Olanda vola sulle ali del Cigno di Utrecht
Mondo Sport
01/06/2021 20:28 | A cura di Domenico Geria
L'ottava edizione degli Europei vide la vittoria dell'Olanda e le prodezze del grande Van Basten

La Storia degli Europei di calcio: RNP racconta in 15 puntate gli eventi, le imprese e i protagonisti della più prestigiosa competizione continentale per nazioni, dagli albori fino all’ultima edizione datata 2016, alla vigilia della 16^ edizione.

GERMANIA OVEST 1988

PRIMA FASE – Per l’ottava edizione degli Europei di calcio venne confermata la formula già in voga dal 1980, con 8 nazionali finaliste, una delle quali ammessa di diritto in qualità di padrona di casa, le altre provenienti da altrettanti gironi di qualificazione. Per l’edizione del 1988 l’UEFA scelse la Germania Ovest come padrona di casa.

QUALIFICATE – Ad accedere alla fase finale di Euro ’88 furono: la Germania Ovest in qualità di paese organizzatore, la Spagna (prima classificata del Gruppo 1 davanti a Romania, Austria e Albania), l’Italia (Svezia, Portogallo, Svizzera e Malta), l’Unione Sovietica (Germania Est, Francia, Islanda e Norvegia), l’Inghilterra (Jugoslavia, Irlanda del Nord e Turchia), l’Olanda (Grecia, Ungheria, Polonia e Cipro), la Danimarca (Cecoslovacchia, Galles e Finlandia) e l’Irlanda (Bulgaria, Belgio, Scozia e Lussemburgo).

L’ITALIA – La nazionale Azzurra guidata nel nuovo corso da Azeglio Vicini, ottenne la qualificazione dopo l’umiliante eliminazione del 1984. Primo posto finale in un girone composto da cinque squadre, avvio promettente per l’Italia con 4 successi di fila, prima dello stop subito a Stoccolma dalla Svezia per 1-0; gli scandinavi resteranno gli ultimi avversari ad arrendersi, con la decisiva sfida di ritorno a Napoli vinta dagli Azzurri per 2-1 grazie alla doppietta di Vialli. Alla fine saranno 6 successi per l’Italia, un pari in Svizzera e la sola sconfitta in Svezia, con i gialloblu secondi a -3; alle loro spalle portoghesi e svedesi, Malta in ultima posizione.

FASE FINALE – Confermato il format del 1984 con due gironi da quattro, semifinali e niente sfida per il terzo posto. Assenti a sorpresa i campioni in carica della Francia, eliminati dall’Unione Sovietica che torna a giocare la fase finale dopo una lunga assenza.
Nel Gruppo A sfida inaugurale il 10 giugno a Dusseldorf tra i padroni di casa della Germania Ovest e l’Italia: Mancini e Brehme firmarono il botta e risposta che valse l’1-1; nell’altro incontro la Spagna piegò la Danimarca per 3-2 ma nel match successivo a Francoforte gli iberici caddero contro gli Azzurri, decise un gol di Vialli. Nel frattempo i tedeschi superarono la Danimarca per 2-0, ripetendosi con lo stesso punteggio contro gli spagnoli; successo anche per l’Italia, in gol con Altobelli e De Agostini per avere la meglio dei danesi. Tedeschi e italiani in vetta al girone ma i padroni di casa si presero il primo posto per la miglior differenza reti.
Nel Gruppo B il primo posto fu dell’Unione Sovietica: vittoria contro l’Olanda firmata Rac, pari con l’Irlanda e 3-1 all’Inghilterra. Il secondo posto andò agli olandesi, che dopo la sconfitta con i sovietici fecero due su due: un Van Basten scatenato firmò una tripletta nel 3-1 contro gli inglesi; Kieft nel finale decise la sfida con gli irlandesi, decisiva per la qualificazione.
Il 21 giugno ad Amburgo, nella prima semifinale, la Germania Ovest accarezzò la finale per venti minuti, il tempo che trascorse tra il vantaggio di Matthaus e il pari di Koeman, entrambi dal dischetto; ad un soffio dai supplementari, toccò a Van Basten riscrivere la storia firmando il gol-partita.
Il 22 giugno a Stoccarda, nella seconda semifinale l’Italia vide svanire il sogno europeo, battuta per 2-0 dall’Unione Sovietica, a segno a cavallo del quarto d’ora della ripresa con Lytovchenko e Protasov, un micidiale uno-due al quale Mancini è compagni non riuscirono a reagire.
L’atto finale di Euro ’88 si gioca il 25 giugno all’Olympiastadion di Monaco di Baviera; oltre sessantamila i tifosi presenti, nonostante la Germania Ovest non fosse giunta in finale. Olanda e Unione Sovietica si erano già affrontate a Colonia il 12 giugno, nella gara di apertura del Gruppo B, con il successo di misura dei sovietici, i quali forti di quel precedente, sognavano di tornare sul tetto d’Europa ventotto anni dopo il successo di Parigi. Ma la nazionale del Colonnello Lobanovsky si troverà di fronte un’Olanda cresciuta in fretta e trascinata dai suoi fenomeni. Al 32′, sugli sviluppi di un corner, Ruud Gullit ricevette la sponda aerea di un compagno e, indisturbato nel cuore dell’area, schiacciò di testa battendo Dasaev. Dopo nove minuti della ripresa, gli Orange misero le mani sul titolo, grazie a uno dei gol più belli della storia del calcio mondiale: Gullit aprì a sinistra per Muhren, il quale effettuò un traversone lungo; dalla parte opposta, in posizione molto defilata, Marco Van Basten aprì il compasso e con un destro potente ed elegante al tempo stesso, disegnò una traiettoria impossibile che superò l’incolpevole Dasaev, finendo in rete sul palo lontano. Una meraviglia balistica che mandò al tappeto l’Unione Sovietica, facendo esultare la nazionale di Rinus Michels: all’Olanda andò il titolo di campione d’Europa del 1988.

IL PERSONAGGIO – Un calciatore unico nel suo genere, eleganza e potenza al servizio di un’intelligenza calcistica fuori dal comune. Marco Van Basten scelse la finale di Euro ’88 per regalare al mondo un prodigio frutto del suo innato talento, un gol che ancora adesso, dopo oltre trent’anni, lo si osserva con stupore e meraviglia. Di reti splendide, il Cigno di Utrecht ne realizzò tantissime. La seconda metà degli anni Ottanta e i primi dei Novanta lo portarono all’apice del successo e della notorietà, tra i traguardi con la nazionale, quelli con Ajax e soprattutto Milan e quelli personali. Con il club di Amsterdam, che lo lanciò giovanissimo nel calcio che conta, vinse tre campionati olandesi e la Coppa delle Coppe del 1987, segnando egli stesso il gol della vittoria nella finale contro il Lokomotiv Lipsia, prima di passare al Milan, con il quale vinse lo scudetto al primo tentativo, aggiungendone altri tre in seguito, oltre a tre Coppe dei Campioni e due Coppe Intercontinentali. A livello personale, vinse quattro volte la classifica dei cannonieri in Olanda e due volte in Italia; tra vari premi e riconoscimenti, spiccano su tutti i tre Palloni d’Oro vinti nel 1988, 1989 e 1992, traguardo riuscito prima solo al suo grande connazionale Cruijff e a Platini. Un problema alla caviglia, operata più volte, lo costrinse a lasciare il calcio giocato nel 1993 a quasi 29 anni; nonostante ciò il Milan continuò a tenerlo in organico anche nel biennio seguente, nell’utopica speranza di poterlo rivedere in campo.

EURO ’88 – CAMPIONE: OLANDA

(8 – continua)

Domenico Geria
Collaboratore di ReggioNelPallone.it

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