La Storia degli Europei di calcio: RNP racconta in 15 puntate gli eventi, le imprese e i protagonisti della più prestigiosa competizione continentale per nazioni, dagli albori fino all’ultima edizione datata 2016, alla vigilia della 16^ edizione.
ITALIA 1968
PRIMA FASE – Nella terza edizione del Campionato Europeo si videro per la prima volta i gironi di qualificazione. Sale ancora il numero delle nazionali partecipanti, 31 a questo giro, con il debutto della Germania Ovest, grande assente nelle prime due edizioni. Le partecipanti vennero suddivise in 8 gironi, uno dei quali da 3 squadre, gli altri da 4. La prima di ogni girone approdò ai quarti di finale; tra le quattro semifinaliste giunse per la prima volta l’Italia, alla quale venne assegnata l’organizzazione della fase finale.
QUALIFICATE – Ad accedere alle semifinali furono: l’Italia (la quale eliminò Romania, Svizzera e Cipro nel girone e la Bulgaria ai quarti), l’Inghilterra (fuori Scozia, Galles, Irlanda del Nord e i campioni della Spagna nei quarti), la Jugoslavia (Germania Ovest e Albania nel girone e Francia nei quarti) e Unione Sovietica (Grecia, Austria, Finlandia e Ungheria).
CURIOSITÀ – Il Gruppo 8 di qualificazione, vinto dall’Inghilterra, vide la sua classifica derivare da un torneo preesistente: il Torneo Interbritannico. Manifestazione destinata alle quattro nazioni della Gran Bretagna, venne sfruttata dall’UEFA per stabilire una delle qualificate ai quarti degli Europei. La classifica finale venne composta sommando le edizioni del 1967 e del 1968, con l’Inghilterra qualificata con un solo punto di margine sulla Scozia, vincitrice nell’edizione del 1967.
L’ITALIA – Dopo l’eliminazione ad opera dell’Unione Sovietica negli ottavi della precedente edizione, la nazionale italiana guidata da Ferruccio Valcareggi riuscì ad arrivare alla fase finale, ottenendo anche l’organizzazione dell’evento. Dominato il Gruppo 6 di qualificazione con 5 vittorie e 1 pareggio, risultati ottenuti contro Romania, Svizzera (l’unico pari in terra elvetica) e Cipro, nei quarti di finale gli Azzurri si trovarono ad affrontare la Bulgaria: la gara di andata a Sofia vide la sconfitta dell’Italia per 3-2; nel match di ritorno, due settimane più tardi a Napoli, Pierino Prati (in gol anche in Bulgaria) e Angelo Domenghini fissarono il 2-0 che portò la nazionale italiana tra le prime quattro del continente.
FASE FINALE – Il 5 giugno del 1968 si disputarono le semifinali degli Europei. A Firenze, un gol di Dzajic a pochi minuti dal termine regalò il successo per 1-0 alla Jugoslavia contro l’Inghilterra. A Napoli invece l’Italia affrontò i forti sovietici, sempre presenti nelle fasi finali del torneo. La partita si concluse a reti bianche, risultato che rimase tale anche dopo i tempi supplementari; dato che l’esecuzione dei calci di rigore per risolvere lo stallo non era ancora entrata in vigore, per decretare la finalista si procedette al lancio della monetina. L’arbitro, il tedesco Tschenscher, eseguì il lancio sotto gli occhi dei due capitani, Facchetti e Shesternev, e di Oreste Granillo, capo delegazione della nazionale italiana: la sorte sorrise all’Italia che andò in finale.
L’Unione Sovietica perse la finale per il terzo posto contro gli inglesi a Roma, a segno Bobby Charlton e Hurst. Subito dopo, a seguire la finale di consolazione, si giocò anche l’atto conclusivo tra Italia e Jugoslavia: era l’8 giugno, per i balcanici segnò ancora Dzajic, già giustiziere degli inglesi; la rete siglata nel finale del primo tempo, venne impattata da Domenghini all’80’ con una punizione di inaudita potenza che lasciò il portiere impietrito; si giunse sul risultato di 1-1 fino al 120′, ma assegnare un trofeo con la monetina sarebbe stato troppo. Si procedette alla ripetizione della finale, il 10 giugno, 48 ore dopo: alla nazionale di Valcareggi bastò mezz’ora per mettere al sicuro il risultato grazie alle reti di Gigi Riva e Pietro Anastasi. Finì 2-0 e l’Italia poté celebrare con i propri tifosi il titolo di campione d’Europa.
IL PERSONAGGIO – I componenti della nazionale italiana degli anni ’60 sono divenuti delle icone intramontabili, i rappresentanti autorevoli di un calcio romantico e ormai purtroppo superato, ma intriso fino in fondo dei veri ideali che hanno reso questo sport il più amato al mondo. Il simbolo per eccellenza, tra i tanti di quella nazionale vittoriosa nella notte dell’Olimpico (e finalista due anni più tardi a Città del Messico contro il Brasile), era il capitano, Giacinto Facchetti. Un difensore elegante e insuperabile, un leader carismatico che in maglia Azzurra arrivò molto vicino alle 100 presenze (un’impresa all’epoca viste le poche gare giocate dalle nazionali); la sua carriera, oltre che all’Italia, è legata saldamente all’Inter, con la quale giocò dal 1960 fino al 1978, quando appese le scarpe al chiodo, divenendone in seguito dirigente: dal 1995 in poi vestì vari incarichi, fino diventare presidente nel 2004, ruolo rivestito fino alla sua scomparsa nel 2006.
EUROPEI 1968 – CAMPIONE: ITALIA
(3 – continua)
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