Un legame forte e sincero, nato nelle quattro stagioni che lo hanno visto protagonista. Simone Rizzato, 153 presenze con la maglia amaranto, ha detto la sua sulla grande rimonta della compagine di Baroni.
“Come avevo già detto-si legge nello speciale oggi in edicola con Gazzetta del Sud- bisognava avere un po’ di pazienza ed aspettare l’ambientamento di alcuni elementi della rosa, sia a livello tecnico che a livello di spogliatoio. A volte ci vuole un po’ per diventare gruppo, per creare il giusto amalgama. Sul fatto che la Reggina avesse una squadra di tutto rispetto non c’erano dubbi, il resto lo hanno fatto il grande lavoro di Baroni ed alcune mosse indovinate nel mercato di gennaio”.
Per alcuni mesi, tra il 2006 ed il 2007, Rizzato fu allenato dal tecnico fiorentino. “Ad Ancona fu sfortunato, la sua esperienza durò qualche mese. Di sicuro è un tecnico preparatissimo. Nel rapporto coi calciatori, mi hanno colpito la sua schiettezza e la sua sincerità, doti tipiche di chi non usa giri di parole per instaurare un rapporto”.
Sui flop delle corazzate. “La B è un campionato a parte rispetto a tutti gli altri, l’aspetto temperamentale e la programmazione spesso e volentieri vanno messi al primo posto. Quando in estate sentivo dire che il Monza avrebbe stravinto il campionato, dentro di me pensavo sempre alla Reggina del 2009/2010: quella era una corazzata, eppure stavamo retrocedendo”.
Sul presente e sul futuro degli amaranto. “Se bisogna andare avanti col gruppo attuale? Direi proprio di si. La Reggina ha una base, se riesce a trovare i giusti ritocchi può dire la sua proprio come ha fatto nel girone di ritorno. Il resto passa da una programmazione ad ampio raggio, in grado di coinvolgere anche il settore giovanile. Sotto quest’ultimo aspetto, sarebbe opportuno trarre spunto ed insegnamento anche dal passato. Se parliamo di programmazione e valorizzazione dei giovani, Lillo Foti è stato uno dei presidenti più validi di tutto il sistema calcio”.
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