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Su queste pagine, la settimana scorsa, avevamo ricordato che la Reggina è in costruzione, e dunque vve quella delicata fase di passaggio, che porta le tante individualità a diventare gruppo, sia a livello tecnico-tattico che fuori dal campo. Molti hanno pensato ad una visione troppo buonista o errata, visto che l’analisi viene da uno che la Reggina la segue e la vive da lontano. No, cari amici! La realtà , piaccia o non piaccia, è proprio questa. Una realtà che va gestita con pazienza e managerialità .
Attenzione, non è tempo di farsi illusioni. E’ tempo di lavorare pensando ad ogni singola partita, vedi quella contro i toscani, disinnescati nel loro potenziale offensivo. Ed è tempo di prendere coscienza che questa squadra, in grado di contere la seconda della classe, nonchè candidata autorevole al ritorno in A, non è poi così brutta e in difficoltà , come qualcuno ha provato a raccontare.
Come si fa a prendere coscienza? Sostenendo la squadra ed il lavoro di Atzori, e creando un liquido amniotico che faccia crescere la creatura. Bando alla sottolineatura di responsabilità individuali, pensiamo ad una crescita collettiva.
Domenico Durante-reggionelpallone.it
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