Dal finale da incubo allo striscione della Sud: le ”cinque verità ” di Reggina-Frosinone secondo RNP.
✅FINALE DA INCUBO- Come peggio non si poteva. Al netto dei (grandi) meriti di squadra e di una cavalcata trionfale che merita soltanto applausi, la roboante sconfitta subita al ”Granillo” contro il Frosinone presenta tratti deludenti per come sia stata affrontata la gara. E’ vero, ci si giocava soltanto un decimo posto (centrato dai ciociari), ma perdere in questo modo, in casa, all’ultima giornata, non è di certo il finale che ci si aspettava…
✅IN VACANZA CON ANTICIPO- Baroni l’ha definita una ‘disconnessione tra le intenzioni e quel che si è fatto in campo’. La Reggina vista ieri è stata soltanto la brutta copia di quella squadra vivace e dall’intenso agonismo vista a Lecce, dove il sogno di raggiungere i play-off manteneva alte le motivazioni. Contro la squadra di Grosso, queste ultime sono venute meno e la prestazione fornita non è che una conseguenza: difesa atrofizzata, attacco inconcludente e mordente drasticamente ridotto..
✅MAROTTA (E IL ”GRANILLO”) NELLA STORIA DELLA B- Reggina-Frosinone non è stata una gara di Serie B qualunque, per info chiedere a Maria Marotta, prima donna ad arbitrare nella serie cadetta. Personalità importante, impatto positivo e professionalità rispettabile, per un arbitraggio nettamente sopra la sufficienza. Al ”Granillo” è stata scritta un’altra bella pagina della storia di questo sport, atipicamente a tinte rosa…
✅STOP ALLE RIVOLUZIONI- ”Abbiamo una base tecnica forte e costruiremo la squadra della prossima stagione partendo da questa. Non sarà come il mercato dello scorso anno, puntelleremo il gruppo”. Parola del presidente Gallo a fine partita, il cui annuncio di voler fare leva sull’attuale ossatura di squadra per la prossima stagione è un riconoscimento che premia il lavoro svolto da Baroni ed i suoi ragazzi, con i quali si può tentare di costruire qualcosa di importante…
✅ASSENTI MA PRESENTI… Ancora una volta contornata da un silenzio assordante, ma con uno striscione che parla da sé e ricongiunge, seppur in minimissima parte, due componenti separate forzatamente da oramai troppo tempo. L’ennesimo atto di vicinanza ai colori amaranto della Curva Sud è la verità più bella del pomeriggio del ”Granillo”, quella di uno striscione da cui traspira sostegno, passione ed un legame viscerale, come è sempre stato. Lontani dai gradoni, ma vicini col cuore. E l’applauso virtuale della squadra a fine gara, indirizzato al popolo amaranto sugli spalti vuoti, è tra quei gesti romantici che simboleggiano la vera essenza del calcio: i tifosi…
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