Un percorso contrassegnato dalla sfortuna. Si potrebbe riassumere così, l’esperienza in amaranto di Gabriel Charpentier, durata circa sei mesi. Arrivato in prestito dal Genoa, dopo essersi messo in grande mostra con la maglia dell’Avellino, il giovane attaccante transalpino, secondo le strategie del club, avrebbe dovuto dare un contributo importante.
Né la Reggina né Charpentier, tuttavia, avevano fatto i conti con quello che si è trasformato via via in un calvario calcistico. Neanche il tempo di arrivare in città , che il calciatore è risultato positivo al Covid, rallentando ulteriormente il percorso di recupero necessario, visto il grave infortunio subito nella stagione precedente, che lo aveva costretto ad interrompere il campionato di Lega Pro con larghissimo anticipo. Il mese di novembre sembrava quello giusto per vedere il classe ’99 in campo, ma anche questa volta la Dea Bendata si è messa di mezzo: distorsione al ginocchio in allenamento, e nuovo stop.
Così come Toscano, anche Baroni ha aspettato con pazienza, fino a quando ha potuto finalmente schierare il numero 9, contro il Lecce. Maglia da titolare e tante speranze, a dimostrazione che le qualità di Charpentier sono indiscutibili. Incredibile ma vero, il debutto dura poco più di un tempo: l’attaccante si ferma dopo aver superato un avversario in velocità , toccandosi la gamba e chiedendo il cambio. “Distrazione al bicipite femorale”, e nuovo stop di circa un mese. Maledetta sfortuna, maledetti infortuni. La Reggina stavolta non può più aspettare, la posizione di classifica e le tante defezioni in organico non lo consentono. Charpentier saluta, il club dello Stretto rescinde il prestito col Genoa.
A puntare su di lui, è stato l’Ascoli. La condizione è da riprendere, il ragazzo è chiuso da calciatori del calibro di Dionisi e Bajic. Nessuna presenza fino al momento, ma il fatto di essere in panchina e non più in infermeria, può essere già un buon inizio.
Santo Nicoló
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