Il ritorno del figliol prodigo. Nino Barillà, alla sua prima stagione nel Monza dopo lo splendido triennio di Parma, sarà il grandissimo ex di Reggina-Monza. Il centrocampista, nativo di Catona, è stato intervistato da Gazzetta del Sud.
“Sono sincero, al momento non sto pensando alle emozioni che vivrò. Mi dispiacerà tantissimo- si legge-non potere vedere il pubblico: sarebbe stato bello poter salutare i tifosi amaranto, visto ciò che abbiamo condiviso”.
Il ricordo più bello. “Il gol segnato di testa a Buffon, contro la Juventus, proprio sotto la curva sud: ho visto la gente esplodere di gioia, sembrava che lo stadio stesse venendo giù”. Il momento più amaro. “La retrocessione in Lega Pro del 2014. A gennaio ero tornato dal prestito alla Samp, speravamo di salvarci ma le cose purtroppo andarono male”.
Barillà fa parte di un lungo elenco di calciatori formatisi al Sant’Agata, per poi contribuire alle fortune della prima squadra. Un modello ancora proponibile?
“Il problema oggi non è arrivare in prima squadra, ma restarci. Molti hanno problemi ad affrontare la gavetta, che è toccata a me e ad altri giovani. Noi, prima di essere considerati maturi, venivamo mandati a giocare in prestito. La Reggina ci ha fatto diventare uomini, e per tale motivo avrà sempre la mia riconoscenza. Con molti di quei ragazzi sono rimasto in contatto, fanno ancora parte della mia vita. A proposito di legami, sabato sarà bellissimo rincontrare gente come Antonio Costa ed il dottor Favasulli”.
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