Ci sono giocatori il cui potenziale lo si intravede sin da subito. A volte basta un tocco, uno stop, un passaggio o una giocata per capirne le effettive qualità . Poi, con il passare del tempo, il susseguirsi di tali gesta, con costanza, qualità e naturalezza, avvalora la tesi che di un giocatore ‘comune’ non si tratta. Nicola Bellomo, ad esempio, è uno di questi.
C’è tanto di suo nella vittoria che ieri la Reggina ha ottenuto a denti stretti contro il Pordenone, in una gara stravolta dai cambi di Baroni (al quale va dato gran merito) e, soprattutto, dall’ingresso in campo del fantasista barese. Un po’ inaspettato visto il suo scarso impiego dalla fine del mercato invernale, al termine del quale era stato oggettivamente accantonato in panchina (dove ci è rimasto per tre volte nelle ultime quattro gare, subentrando soltanto per 9′ contro la Salernitana) per scelta tecnica, seppur dinnanzi ad un Folorunsho versione monstre sulla trequarti.
Tuttavia, in una condizione di difficoltà della squadra, l’ingresso del numero 10 era quasi del tutto inevitabile per dare una scossa. E da qui, la svolta. Trentenne da pochi giorni, l’ex Bari viene schierato sulla destra, dove illumina con le sue giocate e aiuta la squadra a ripartire. Il suo puntuale e preciso assist all’indirizzo di Folorunsho è la dimostrazione che il suo apporto può risultare ancora determinante. Come in quel Reggiana-Reggina di circa due mesi fa. Esattamente cinquantasei giorni dopo. Da Reggio Emilia a Reggio Calabria, con un risultato molto simile (anche nel punteggio finale) che premia la sua incisività . La stessa con la quale, il numero dieci amaranto, ha firmato la prima vittoria dell’era Baroni; la stessa, con la quale ieri ha partecipato attivamente alla conquista di tre punti d’oro, nel segno della continuità (sesto risultato utile consecutivo e dodicesimo posto).
Continuità che, adesso, anche lui potrebbe ritrovare. La sua prestazione, infatti, è un segnale forte e chiaro che non va disperso, bensì tenuto in considerazione per il prosieguo.
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