Liverpool, Wimbledon, Southampton e Chelsea. Sono le quattro squadre contro le quali Massimo Taibi ha giocato da portiere del Manchester United, in quella stagione 1999/2000 che ancora oggi è per lui motivo di orgoglio e rimpianti. A ripercorrere l’esperienza con i Red Devils di Sir Alex Ferguson dell’attuale ds della Reggina, è stato un apposito servizio andato in onda su Sky Sport, dove l’ex portiere fa tappa nelle tre città che, probabilmente, lo hanno segnato maggiormente: Palermo, Manchester e Reggio Calabria.
”Sono cresciuto in una borgata popolare di Palermo – ha detto Taibi in un estratto del servizio a cura di Sky – Un giorno mi vide un collega di mio padre che aveva dei rapporti con una squadra di Palermo e a 12 anni mi portarono a fare un provino. Facevo l’attaccante. L’allenatore che c’era lì all’epoca me lo ricordo ancora, si chiamava Natale Alamia. Mi disse che purtroppo la squadra era numericamente al completo, ma che gli mancava un posto come secondo portiere. Non so come, ma accettai. E da quella volta non sono più uscito dalla porta”.
Ripercorrendo il suo esordio, in una gara tutt’altro che banale come Liverpool-Manchester United (11/09/1999), Taibi ricorda l’atmosfera di Anfield: ”Io arrivai tra martedì e mercoledì e sabato giocammo, se non ricordo male alle 11 di mattina, fu una cosa per me strana. Mi ricordo il mio ingresso in campo. In Italia c’è sempre la curiosità di vedere la curva del Liverpool e sentire l’inno, è qualcosa di straordinario. Lo avevo ascoltato in tv e su internet, ma viverlo al momento è stato da brividi”.
Poi l’errore contro il Southampton e quel 5-0 contro il Chelsea (che rappresentò la sua ultima apparizione con lo United) ”In quel 5-0 sbagliammo tutti, quella gara la persi tutt’altro che da solo. Dalla partita successiva feci panchina, ma questo lascia il tempo che trova perché in quel momento ebbi problemi familiari e mi cadde il mondo addosso. Non ebbi altra reazione se non quella di andare via, perché non potevo risolvere i miei problemi familiari da lì. Oggi, con vent’anni di esperienza, dico che forse sarei potuto essere più lucido e rimanere, ma non era facile”.
L’esperienza allo United e l’approdo alla Reggina: ”Per me è stato un onore vestire la maglia del Manchester. Calcisticamente non è andata bene, ma umanamente quella nazione mi ha lasciato molto. Al mio ritorno in Italia mi sono trasferito a Reggio, dove è stato amore a prima vista con i reggini. Ho avuto la fortuna di aver fatto gol (Reggina-Udinese 01/04/2001). Perdevamo uno a zero, ma ricordo solo che la palla mi sbatté in testa. Vengo ricordato per il gol che ho fatto e sono stato fortunato, altrimenti mi avrebbero ricordato per l’errore di Manchester (ride, ndr)”.
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