“Proprio qualche giorno fa i miei figli mi hanno chiesto di fargli rivedere qualche mio gol, ed insieme a loro ho rivisto la doppietta di Como…“. Davide Dionigi, in una chiacchierata risalente a quattro anni fa, ha ripercorso insieme a ReggioNelPallone la vittoria ottenuta al Sinigaglia il 20 gennaio 2002. “Sapevamo che era una partita importantissina- spiega l’indimenticabile ex amaranto-, perchè vincendola difficilmente le inseguitrici ci avrebbero più ripreso. In tutto il gruppo c’era la normale adrenalina che ti accompagna alla vigilia di incontri del genere. Per quanto riguarda me, venivo da un periodo difficile, dovuto ad un problema fisico che stava condizionando la mia stagione: non nascondo che ero un pò sfiduciato, perchè non riuscivo in nessun modo a tornare al meglio della condizione…”.
Ed invece, al Sinigaglia di Como ‘Re Davide’ torna ad essere decisivo. “Vi svelo un simpatico aneddoto. La sera prima della partita, in albergo stavamo giocando a biliardo, e ad un certo punto mi capitò un tiro difficilissimo. Prima di tirare, dissi a Savoldi che se avessi messo in buca quella palla, il giorno dopo avrei fatto due gol. Tra lo stupore generale la palla andò in buca, ripensandoci forse fu un segno premonitore…“.
Due reti importantissime, che Dionigi ha ben impresse nella mente. “Nel primo tempo fu proprio Savoldi a darmi il pallone dell’1-0, dopo una splendida azione dalla destra: io anticipai nettamente il mio diretto marcatore, e la misi dentro con un tiro al volo. Loro pareggiarono quasi subito, e nel secondo tempo fu strepitoso Belardi, che fece una parata pazzesca sul rigore di Olivira. Il secondo gol invece, vide Leon servirmi in profondità dopo un contropiede fulmineo: controllai quell’assist, prima di scaricare di potenza in rete, proprio sotto i nostri tifosi“.
Proprio la tifoseria amaranto, ebbe un ruolo principale nella riconquista della serie A. “Sapevamo che a Como ci avrebbero sostenuto in tanti, ma sinceramente nemmeno noi ci aspettavamo un seguito del genere. Nel settore ospiti non c’era un buco libero, ci hanno fatto sentire come se si stesse giocando al Granillo. I tifosi di Reggio non potrò mai dimenticarli, festeggiare un gol sotto qualsiasi settore da loro occupato era sempre un’emozione speciale. Si, anche in quella stagione furono il nostro dodicesimo uomo in campo, seguendoci in migliaia dovunque: quella Reggina era da serie A non solo in campo, ma anche in Curva“.
(tratto da ReggioNelPallone del 20/1/2016)
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