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Non mancherà qualche grattacapo in più per gli arbitri italiani a partire dalla prossima stagione. E’ entrata ufficialmente in vigore la circolare n°1 della Fifa, recepita dall’Uefa e dalle varie Federazioni, contenente i nuovi criteri di interpretazione del fuorigioco, volti a favorire gli attaccanti e penalizzare i difensori. Studiata dagli arbitri italiani nel ritiro precampionato di Sportilia, la nuova regola ruota attorno a due concetti fondamentali: quello di ‘interferenza’ e quello di ‘trarre vantaggio‘. Per ‘interferenza’ si intende un’azione in cui il difensore sta in contatto con la punta o a breve distanza da lui.
La nuova interpretazione del fuorigioco prevede che, qualora l’interferenza non ci sia, ovvero il difensore si trovi a più di un metro di distanza dall’attaccante, e per una sua deviazione fortuita il pallone termini in rete, l’offside non sussiste e l’azione è da considerarsi valida, anche qualora l’avversario si trovi più avanti rispetto a lui. Ma non finisce qui, perché l’altra grande variazione riguarda il ‘trarre vantaggio’. Secondo la nuova interpretazione “ogni atto volontario, deliberato, da parte del difendente nel tentativo di prendere il pallone, rimette, fatto salvo un elenco definito di eccezioni, in gioco l’attaccante, a prescindere da come si concluda la giocata stessa”.
Ciò significa che se prima l’arbitro aveva l’obbligo di stabilire se l’intervento fosse da considerarsi una giocata o meno, adesso non sarà più così. Si parla solo di atto volontario, quindi di tutti quei movimenti da parte di chi difende per andare verso o sul pallone: spostarsi in avanti o indietro, saltare, spostarsi. Importante il cambiamento apportato: se prima l’assist verso un compagno unico in fuorigioco era sempre punibile, adesso si dovrà aspettare non solo l’eventuale intervento del difensore ma anche il suo effetto.
rnp
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