Carlo Regalia non ha di certo dimenticato Reggio Calabria, città che lo ha ospitato per due anni. Ottantaseienne di Lonate Pozzano, in provincia di Varese, l’attuale presidente dell’ADISE (l’Associazione italiana dei direttori sportivi) è stato allenatore della Reggina nelle stagioni 1974-75 e 1975-76, concludendo le stagioni rispettivamente all’ottavo e settimo posto. Era la Reggina targata Granillo, quella in cui militava Elvi Pianca e che, all’arrivo di Regalia, era appena retrocessa dalla Serie B (18° posto nel campionato 1973-74, quando lo stesso Regalia sedeva sulla panchina del Bari per la seconda ed ultima stagione consecutiva). Dopo aver calcato i campi da calcio da calciatore e seduto sulle panchine da allenatore, Regalia ricoprì i ruoli di direttore sportivo prima e direttore generale poi, fino a fondare, nel 1976, la sopracitata Adise.
Intervistato dal collega Natalino Licordari per la Gazzetta del Sud, l’ex tecnico di Reggina e Bari ha espresso la propria opinione, da doppio ex, sulla lotta al primo posto, parlando però prima della situazione Coronavirus e sui suoi riflessi sul calcio.
Sul Coronavirus e l’impatto sul calcio – ”Calcio meno esasperato dagli interessi economici e più vicino ai vecchi valori umani al termine di tutto ciò? Me lo auguro. Ognuno di noi dovrebbe vivere le giornate in maniera diversa e prendere coscienza che si può fare a meno anche di una palla che non rotola nella direzione giusta”, ha detto Regalia. ”Ai tempi del secondo conflitto mondiale ero bambino, ma ricordo i sacrifici dei miei genitori. Non si poteva uscire e la fine della guerra fu per noi una liberazione. Facendo le dovute proporzioni, siamo nelle stesse condizioni di allora. Anche il calcio dovrebbe fare la propria parte rispolverando i principi di un tempo”.
Sulla lotta al primo posto – ”Non credo sia facile recuperare la forma fisica. La Reggina, con i suoi nove punti di vantaggio sulla seconda, non dovrebbe avere problemi a raggiungere il traguardo, anche se il Bari non mollerà. I giochi sembrerebbero fatti, ma i biancorossi hanno il dovere di crederci e, in più, dovranno fare attenzione al Monopoli”.
Su Reggina e Bari – ”Reggina e Bari sono due compagini forti con alle spalle presidenti ambiziosi. Due piazze così non possono rimanere nell’anonimato”.
Sui suoi trascorsi a Reggio – ”A Reggio ho vissuto bene. Ho ancora tanti amici lì, sento frequentemente Franco Iacopino. Presi la Reggina in Serie C, appena retrocessa dalla B, Granillo era un gran dirigente. Non appena cedette la società a Matacena, quest’ultimo mi chiamò proponendomi di rimanere, ma avevo già dato la parola ad un altro club. Reggio mi ha dato tanto, conservo ancora gelosamente una targa consegnatami dai giornalisti di allora”.
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