Una doppietta e tre punti in cascina. Week-end da incorniciare per Norberto Petronio e la sua Bovese, usciti vittoriosi per 2-1 dalla dura trasferta in quel di Bianco (valida per l’11^ giornata del girone D di Prima Categoria).
“Sapevamo di affrontare una squadra tosta ed organizzata soprattutto tra le mura amiche – ha detto Norberto Petronio ai microfoni di ReggioNelPallone.it – mister Paone ci aveva avvisati della forza del Bianco e preparati adeguatamente a duellarci contro. Nonostante lo svantaggio, siamo riusciti brillantemente a ribaltare e vincere, a mio avviso con merito, la gara”.
Una vittoria ritrovata dopo sei giornate di digiuno (in cui sono arrivate 4 sconfitte e sue pareggi) ed un allungo di tre punti in classifica per la compagine biancoazzurra: “Ci voleva questa bella vittoria – prosegue l’attaccante – ci da’ morale e soprattutto nuova linfa positiva per affrontare le prossime gare. I tre punti ci mancavano da diverso tempo per una serie di vicissitudini, tra cui la sfortuna, gli errori nostri e quelli arbitrali. Ci siamo avvicinati nuovamente alla griglia play off e cercheremo di entrarci fino alla fine, sperando nel miglior posizionamento di classifica possibile”.
Quella contro il Bianco è stata la seconda doppietta in campionato (dopo quella al San Roberto), nonché il secondo gol consecutivo ed sesto centro in stagione per il bomber della Bovese, il quale ha raggiunto quota 85 reti con la maglia biancoazzurra e punta ad un doppio obiettivo. “Come sempre vorrei ringraziare i miei compagni di squadra che mi mettono a disposizione numerosi palloni per fare gol (contro il Bianco, una rete su calcio di rigore ed una in contropiede su assist di Marengo, ndr). Per quanto riguarda gli obiettivi personali, quest’anno vorrei raggiungere quota 100 gol con la maglia della Bovese, al momento me ne mancano 15. Allo stesso tempo, però, come tutti gli attaccanti punteró a vincere la classifica dei marcatori per il terzo anno consecutivo, anche se sarà difficile. Mi impegnerò per centrare entrambi gli obiettivi”.
Antonio Calafiore
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