Solo sei mesi ma intensi per Antonio Criniti alla Reggina. Diciannove presenze ed una rete per l’ex calciatore amaranto, rimasto molto legato alla città di Reggio Calabria ed ospite odierno della mezzanotte di RNP all’interno della rubrica ”A tu per tu”.
Partiamo dal presente di Antonio Criniti…
Ho una scuola calcio e un’accademia, una a Pompei ed una ad Ischia. In più faccio stage in tutt’Italia, facendo insegnamenti nelle scuole calcio, sia agli allenatori che alle nuove leve. Ho allenato prime squadre fino a due anni fa ma con i giovani mi diverto di più.
Starà seguendo la Reggina…
Certo che la sto seguendo. Ha un grande allenatore, un presidente ed uno staff dirigenziale con idee chiare, una piazza nella quale è ritornato l’amore di una volta…ci sono tutti i presupposti per salire in Serie B e penso che sia l’anno giusto. E poi, sinceramente, Reggio Calabria non merita la Serie C, ma quantomeno la B…
Che idea si è fatto della squadra?
Ho visto Reggina-Catanzaro direttamente dal ”Granillo”. Ho visto una squadra molto quadrata e completa, che è quello che serve in Serie C. Forse in quell’occasione il Catanzaro ha fatto meglio sul piano del gioco ma Toscano ha creato un gruppo solido che, pur non esprimendo un gioco spumeggiante, vince le partite. Lui è un vincente e si vede.
Quali, a suo avviso, le dirette concorrenti degli amaranto?
Non vedo nessuno che possa impensierire la Reggina. Forse un po’ il Bari, che potrebbe rivoluzionarsi e Ternana, mentre Potenza, Catanzaro e Catania non credo proprio.
Dove colloca la sua esperienza a Reggio Calabria?
Reggio è stata una tappa fondamentale per me, la colloco sicuramente ai primi posti insieme a Catanzaro e Cagliari. Per andare alla Reggina rifiutai la Serie A con il Genoa, il mio essere calabrese mi spinse a venire a Reggio, insieme al tecnico di allora, Guerini, il quale aveva chiesto di me e del mio aiuto. A Reggio ho tanti amici, sono molto legato alla città . Ce l’ho nel cuore, inutile nasconderlo..
Una rete con la maglia della Reggina, contro il Padova (1-0): la ricorda ancora?
La ricordo perchè furono tre punti fondamentali che ci servivano come il pane per la salvezza. Credo che con quella vittoria misimo il sigillo alla salvezza battendo una diretta concorrente. Purtroppo ne feci solo una, perchè io e Pasino giocavamo più sull’esterno e facevamo fatica ad attaccare l’area. Mi piaceva di più far segnare gli altri, dei 29 gol di Dionigi, ad esempio, 18 glieli feci fare io.Â
Chiudiamo con un aneddoto…
Ricordo che al mio arrivo in aeroporto c’era tanta gente ad aspettarmi come se fosse arrivato chissà chi. Lì ho sentito il calore della gente e l’esigenza della società di cambiare qualcosa portando in riva allo Stretto un calciatore che potesse fare la differenza, anche se quell’anno la differenza la fecimo tutti, la fece il grande gruppo che c’era e l’allenatore, Guerini, molto bravo.
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