Proprio adesso che sta per iniziare una nuova avventura, Â mi si chiede di esprimere qualche considerazione su questo colore che ha segnato tanta parte della mia vita , non solo professionale, Â ma anche personale e familiare. Ripercorrendo gli anni passati tra una stagione calcistica e l’altra, rivedendo la mia carriera , non riesco a non pensarla di un unico colore, nonostante qualche parentesi trascorsa in altri luoghi e con altre maglie.
Non sono reggino di nascita, ma sento di esserlo ugualmente in maniera viscerale,  per questo legame particolare e indescrivibile che accomuna me e adesso anche la mia famiglia alla città di Reggio e alla maglia amaranto.
Dalla società Reggina calcio ho mosso i primi passi sul terreno di gioco da professionista per accasarmi alle giovanili del Milan e , a Reggio sono ritornato per vivere insieme alla tifoseria le pagine più importanti della storia della maglia reggina. Questa “mia” città adottiva , oltre la possibilità di esprimermi al meglio come calciatore,  mi ha dato moltissimo: gli amici più cari, legami indissolubili e fraterni su cui contare per sempre, ma anche la sensazione di casa e rifugio, il posto a cui tornare per star bene con se stessi e con gli altri.
Il luogo in cui Ciccio non è solo calciatore,  ma uno del posto, da rispettare e voler bene anche per questo. Qui a Reggio ho sposato Manila, e qui nel nostro splendido mare,  con lei e il nostro piccolo Francesco Pio amo trascorrere le vacanze:  è questo il luogo in cui ho scelto di vivere e lavorare, il posto migliore possibile per me e i miei cari .
Dovendo spiegarne il perchè non ci sarebbero parole sufficientemente  adatte,  come tutto ciò che si sente nel profondo e che è molto difficile da spiegare.
Adesso so soltanto che ,anche se  non più indossandone la maglia, potrò dimostrare ancora una volta l’amore per questi colori  senza bisogno di dire tante cose, ma con la passione e l’impegno  per far si  che questa squadra torni nel posto che gli compete e ancora di più con la convinzione che le pagine migliori della storia amaranto siano ancora da scrivere.
Francesco Cozza
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