Un cuore diviso a metà tra il giallorosso e l’amaranto. Da tifoso a Presidente, dall’Olimpico al Granillo. Intervistato da “Il Romanista” nella sede della M&G Holding, Luca Gallo ha parlato del suo doppio amore che parte dalla capitale ed arriva sino alla città dello Stretto. Il tutto, passa da una certezza: riportare la maglia amaranto nell’olimpo del calcio italiano…
Di seguito, alcuni passaggi dell’intervista, così come riportati dal sito ufficiale della Reggina.
LA ROMA- La Roma a cui sono più legato? “La risposta è facile, quella degli anni ’80 che mi ha fatto crescere con il mito del gol di Turone, quella che vinse lo scudetto regalandomi una delle gioie più grandi della mia vita”. Il Fenomeno? “Farcao, bisogna dirlo alla romana. Mi ricordo ancora quello gol al Gotemborg di Cerezo con Farcao che fu decisivo senza mai toccare il pallone”.
Sulla finale di Coppa Campioni persa ai rigori? “Piansi come un bambino, papà provò a consolarmi ma senza riuscirci”. Ha pianto altre volte per la Roma? Si, ma sono state lacrime di felicità, in occasione della gara vinta con il Barcellona”. Hai mai pensato di acquistare la Roma? “No, i numeri non possono che sconsigliarmelo”.
LA REGGINA- “Ero ad un passo dall’acquisto della Sambenedettese, ma le cose andavano a rilento, mi dissero c’è la possibilità di acquistare la Reggina e ho chiuso con la società calabrese. Un gesti d’amore verso la terra dei miei genitori”.
Obiettivo? “Riportare la Reggina in A, ci riusciremo. A Reggio Calabria la squadra è una specie di rivalsa sociale, in giro per il mondo ci sono tre milioni di tifosi reggini”.
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