Conferme, sorprese, delusioni. Il meglio ed il peggio del girone meridionale dopo la sesta giornata.
PARI E VUOTI DI MEMORIA…Un primo tempo “sporco”, in perfetto stile serie C, laddove agonismo e forza dei nervi a volte vengono prima di qualsiasi altro aspetto. Una ripresa avvincente, ricca di emozioni, che ha portato ad un pareggio giusto. Ternana e Reggina escono dal big match del Liberati, confermando di avere le carte in regola per essere protagoniste. Un’altra risposta importante quella data dagli amaranto, che al netto della recriminazione per non aver inferto il colpo dal ko, proseguono sul percorso di squadra tosta, autorevole, che Mimmo Toscano ha già modellato a sua immagine e somiglianza. Si, il pari è giusto, ma per come si era messa l’esito finale va più stretto alla Reggina, anche se mister Gallo, in un autentico vuoto di memoria, dichiara che “la Reggina non ha mai tirato in porta”, dimenticandosi le due parate decisive di Iannarilli dopo la rete di Bresciani. Da un Gallo smemorato, ad un Gallo innamorato: il Presidente sotto la Curva rappresenta uno di quei gesti “stile anni ’80″che di sicuro aumentano l’asticella di un entusiasmo già  notevole.
PROTAGONISTE-Chi vuole danzare al tavolo delle grandi, dovrà sicuramente fare i conti col Catanzaro. Una conferma che non viene certo dalla vittoria sul Rieti, ostacolo tra i più morbidi, ma dall’intelaiatura messa a disposizione di Auteri, Ritocchi pochi ma mirati, per una squadra che se rispetto all’anno scorso non arriverà coi cerotti allo sprint finale, soprattutto nel reparto avanzato, può davvero dire la sua. Dottor Jekiyl e mister Hyde. Se il Catania fuori casa stenta (e da queste parti speriamo che il trend continui anche domenica al Granillo…), al Massimino vola: terza vittoria su tre partite, e questa volta il successo matura senza discussioni ma soprattutto senza episodi arbitrali discutibili. Basterà a rendere sereno un ambiente, nuovamente scosso dalle polemiche a distanza tra l’ad Lo Monaco e gli Ultras rossazzurri? Nel frattempo gli etnei si possono godere un Ciccio Lodi che a 35 anni domina ancor la scena.
NOMI E BLASONE NON BASTANO-Bari ha una grande proprietà ed una tifoseria che per passione ed attaccamento stramerita la serie A. Ma quando in estate sentivo dire che <il primo posto è già del Bari> ho sempre storto il naso. La serie C è un campionato a sé, dove negli anni sono naufragate altrettante corazzate: se non ti adatti, rischi grosso. Sicuramente i biancorossi rientreranno nel gruppone di testa, ma i due punti arrivati nelle ultime tre partite fanno a pugni con le legittime ambizioni della piazza. <Voglio una squadra che domini gli avversari>, ha dichiarato mister Vivarini dopo il pari col Monopoli. Bello a sentirsi ed a pensarsi, ma come detto prima, questi campionati si vincono con la spada e non con il fioretto.
ROMPISCATOLE-Le difficoltà del Bari, non devono sminuire i meriti del Monopoli, che esce dal “poker terribile” (Catanzaro, Ternana, Catania e Bari) con ben 7 punti. In tutto questo, la firma di Beppe Scienza: l’esonero di Roselli dopo due sole giornate è in perfetta linea con una logica “mangia allenatori” che non mi è mai piaciuta, ma la verità è che l’ex Reggina era rimasto impresso nella mente dei biancoverdi nonostante il mancato rinnovo, ed il suo ritorno-lampo lo dimostra. Si, il Monopoli è una di quelle squadre che “romperanno le scatole” a tutti. Proprio come il Potenza, anche se i lucani hanno vistosamente rallentato, pareggiando contro due squadre (Rieti e Sicula) decisamente alla portata. Sarà sicuramente una coincidenza, ma il freno a mano è scattato subito dopo che il Presidente Caiata ha dichiarato che <pensare al Potenza come candidata al primo posto è fantascienza pura>. Giusto il sano realismo, ma perché uccidere un sogno, anche se quasi irrealizzabile, dopo sole 5 partite?
RIDIMENSIONATI-O si perde o si vince. Lo sa bene l’Avellino, unica squadra che insieme al Catania continua a non conoscere mezze misure. Il doppio ko consecutivo con Bisceglie e Virtus Francavilla tuttavia, ridimensiona parecchio una squadra che sembrava avesse trovato la sua identità a dispetto del ritardo con cui è partita e dei nodi da sbrogliare (leggasi concordato da presentare entro novembre) da parte della proprietà . Ancora da decifrare anche la Casertana, come dimostra il pari senza reti sul campo del Bisceglie, mentre era lecito attendersi di più dal Teramo, perché se è vero che la Viterbese può vestire i panni della mina vagante, è anche vero che 5 punti in 5 gare sono decisamente pochi, per una squadra che nei pronostici veniva messa appena un gradino sotto le big.
VIBO E RENDE, COSì VICINI COSI’ LONTANI-Sette punti in quattro partite, la Vibonese va. I ragazzi di Modica, che col Picerno sono riusciti a trovare il second successo casalingo di seguito, hanno concetti di gioco e qualità di palleggio superiori a tante altre squadre di “seconda fascia”, e lo si è visto anche domenica scorsa al Granillo. Male, malissimo il Rende, travolto senza appello sul campo della Paganese. Il club del Presidente Coscarella in questi anni ha fatto cose egregie, meritandosi l’appellativo di isola felice. Quest’anno però, i biancorossi hanno davvero esagerato: prendi un allenatore che è reduce dall’Eccellenza calabrese, affidagli una rosa di ragazzini dove l’elemento più esperto (Libertazzi) ha 27 anni, ed i risultati non possono che essere questi. Andreoli ha pagato per tutti, ma di sicuro di attenuanti ne ha davvero tantissime…
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