Matura e intelligente, la Reggina esce così dall’insidioso (ma vittorioso) match interno contro la Vibonese che vale tre punti e secondo posto.
Due doti, quelle della maturità e dell’intelligenza da non sminuire anzi, assolutamente fondamentali per chi, vuole essere protagonista. E gli amaranto vogliono esserlo. Non una gara facile contro la compagine di Modica, vuoi per la stanchezza affiorata già nel secondo tempo di Bari, vuoi per un avversario che almeno nella prima frazione ha cercato di giocarsi la partita, senza asserragliarsi dietro la linea del pallone. Ha un credo ben definito il tecnico ex Cavese, che non tradisce mai e che in futuro gli regalerà soddisfazioni personali e professionali.
La Reggina ha saputo capire, in gergo tecnico “leggere la partita”.
Ha avuto la fortuna di “passare” e poi attendere, di abbassare il ritmo, di contenere, di riproporsi. Non si è allungata (troppo) e quando ha dovuto stringere le maglie e badare a non “prenderlo” (il gol) lo ha fatto e anche bene. Merito di un trio difensivo che cresce a vista d’occhio nell’intesa e nella condizione (il Loiacono di ieri è lontanissimo parente di quello impacciato visto nella sue primissime uscite) con un Bertoncini che si prende tutti i rischi possibili, a volte esagerando nella ricerca dell’anticipo ma facendo sentire il peso della sua autorità difensiva (per info più tecniche chiedere a Mirko Antenucci).
Il parallelo tra Conte e Toscano, tra Reggina e Inter non deve essere letto come una bestemmia: il tecnico amaranto ha in testa idee chiare e concetti puliti, i suoi calciatori li eseguono come fossero Bibbia. Pressano alti e se non bastasse pressano anche il portiere avversario e magari anche le bandierine dei corner, dovesse servire. Cercando la densità e l’intensità e quando capiscono, come ieri, che mancano un po’ le gambe e gli spazi allora si adeguano, sapientemente consapevoli di poter colpire in ogni momento, usando la “testa” dove i piedi non arrivano. Una squadra che anche quando non esalta mostra i muscoli e la compattezza di una testuggine romana.
C’è qualità in questa Reggina che sommata alla costanza mentale richiesta dal “martello” Toscano, crea un mix positivamente micidiale.
Gli amaranto ieri non ha fatto un passo indietro nella fluidità del gioco ma una uno in avanti nella capacità di gestire e gestirsi. E nemmeno a fronte di continue noie fisiche e di sostituzioni forzate si sono disuniti. In panchina prima ed in campo poi, con Corazza proclamato da ieri nuovo Re Mida di Reggio Calabria all’unanimità e Reginaldo che in questa sua avventura in riva allo Stretto sembra aver lasciato dieci anni a Monza.
E’ lunghissima la strada, ostica e impervia, in un cammino che vede competitors davvero agguerrite. La prima salita già mercoledì in casa della momentanea capolista, squadra dalla rosa invidiabile e che solo domenica, si è permessa il lusso di tenere inizialmente in panchina gente come Vantaggiato (poi decisivo), Marilungo, Torromino.
Una gara diversa dalle altre, perché differente è l’avversario nella mentalità e nel tipo di gioco. Una squadra che ha carattere, che difficilmente si disunisce, che ha mantenuto l’intelaiatura dello scorso anno, confermando un tecnico che alla lunga si sta mostrando davvero preparato ed inserendo quei tasselli che ne hanno aumentato esperienza e qualità. Non dovrà avere l’ansia di vincere la Reggina, ma avrà necessariamente l’esigenza di attendere e capire.
Magari con qualche forza fresca in più in mezzo al campo, perché serve ossigeno e lucidità in una gara che potrebbe vedere la Reggina anche difendersi e concedere minuti al palleggio umbro, squadra lenta ma capace di offendere al momento giusto. Ma Mimmo Toscano questo già lo sa, ne siamo certi.
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