“In medio stat virtus”.
Serve equilibrio. Lo volle sottolineare il tecnico amaranto Toscano alla vigilia del match con la Cavese, ci piace scriverlo su queste pagine oggi, proprio dopo la sbornia domenicale concisa con la prima vittoria casalinga e con una cinquina godereccia.
Questa Reggina entusiasma e coinvolge, ma come non era una squadra di brocchi nel post-gara di Francavilla (compagine che ieri ha tenuto testa al Catania al Cibali), non è una formazione di fenomeni dopo il pokerissimo rifilato ai campani.
In primo luogo proprio per la caratura degli uomini di Moriero che, ad occhio e croce per quanto visto ed in attesa di rinforzi, dovranno faticare parecchio (ma tanto tanto) per salvare la categoria. In seconda battuta perché (la Viterbese insegna) questo sarà un campionato “livellato” con le quattro-cinque favorite costrette a battaglie domenicali per allungare il passo in classifica. E ancora perché non sempre capiterà che con quattro tocchi si arrivi al gol e la domenica storta arriva sempre, come una sentenza. Serve equilibrio e lucidità, dicevamo, ma serve anche onestà intellettuale.
Tra Vicenza (Coppa) e Cavese alcuni spunti sembrano già essere evidenti con la speranza che diventino costanti. Questa squadra gira a mille. L’intensità è la sua arma letale. Pressing alto e perseverante, reparti cortissimi, inserimenti negli spazi dei giocatori senza palla, continua ricerca dello scambio nello stretto. Insomma c’è calcio in questa Reggina e la mano di Toscano, almeno nella sua genesi, sembra esserci. Un timbro netto.
Quello che è palese è che tutti i gol amaranto sono arrivati tramite un’idea di gioco ben precisa, con la ricerca della manovra, sino al ragionamento estenuante ma proficuo, non spaventandosi dell’errore o della brutta figura (chiedere a Reginaldo e alla sua “apertura” spettacolare di oltre trenta metri per Rubin a minuti cinque dal termine) .
Per ogni manuale di riferimento rivolgersi al duo greco-carioca, che con la palla al piede sarebbe capace anche di ballare la lap-dance.
E poi c’è un collettivo che sembra appagarsi nei successi di ogni singolo: Bellomo entra e vuole spaccare il mondo (per il momento si è limitato a “spaccare la rete” avversaria), c’è una difesa sempre pulita e due esterni che, seppur potenziali seconde linee, mangiano campo e solcano terreni senza alzare mai il freno a mano. Per non parlare poi delle quattro, cinque assenze pesanti a cui si è dovuto sopperire, senza sentire assolutamente la mancanza.
Non ci esaltiamo che sarebbe controproducente. Però gasiamoci che ieri, fondamentalmente, ci siamo “scialati”…
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