Sarà una lotta per uomini veri, per chi non conosce la parola resa, per chi si identifica in una storia lunga 96 anni. Via chi è troppo innamorato di sé stesso. Via chi segue le logiche perverse del calcio moderno.
Il messaggio lanciato da società e staff tecnico, è giusto farlo nostro, unitamente alla frase “amaranto si nasce”, ideata per lanciare la campagna abbonamenti. Si riparte senza odiosi effetti speciali o inutili proclami. Si riparte dai giovani, da volti che magari non hanno una grande cassa di risonanza, ma sicuramente avranno una grande “fame”. Va bene così. Nessun problema, nessuna “smorfia”. Siamo pronti ad appoggiare in toto questa rifondazione.
Attenzione però, perché i fattori “linea verde” ed “entusiasmo” non possono fare a meno di altre due componenti, di certo non meno importanti: esperienza e qualità. Non esiste gruppo che si possa formare senza una guida sicura, senza un esempio da seguire. Atzori, Giacchetta, Cozza e lo stesso Foti, come “chiocce” saranno sicuramente l’ideale. In campo però loro non ci andranno, ed è anche lì che servono i leader. ,Ecco, in tale ottica ci aspettiamo ancora delle risposte, che potrebbero venire dalle conferma, ancora incerte, di Tedesco e Vigiani. Chi meglio di questi due elementi, può trasmettere in campo il giusto senso di appartenenza? Chi meglio di loro può far comprendere l’importanza di questa maglia, dal momento che lo scorso anno sono scesi di categoria senza alcun tentennamento, per accorrere al capezzale di una squadra allo sbando?
Dicevamo anche della qualità: eh già, senza quella i concetti espressi finora diventerebbero sterili, affogherebbero nel mare dei luoghi comuni. Se bastassero solamente grinta e amore, sarebbe inutile parlare di programmi e calciomercato. Basterebbe tesserare 11 ragazzi della Curva Sud, e il gioco sarebbe fatto. Lungi da noi mettere in dubbio la qualità dell’organico, ma considerando le partenze non da poco che si prospettano, oltre alle “scommesse” bisogna puntare su qualcosa di “sostanzioso”, con particolare riguardo per un attacco che, a meno di sorprese, va interamente rifcostruito.
Tornando ai giovani invece, non scopriamo certo l’acqua calda ribadendo che sono l’aspetto essenziale per progettare il futuro, la fonte vitale da cui bisognerà attingere. Anche qui però, c’è un equivoco di fondo da risolvere: ci sono molti elementi (Barillà, Castiglia, Giosa, Missiroli e Montiel, tanto per citarne alcuni) che vengono infatti ancora associati alla “linea verde amaranto”. La loro carta d’identità però, ci dice che hanno da un pezzo superato la ventina, e alla loro età, nel calcio di oggi, ormai si è uomini, si è calciatori a tutti gli effetti. Sarà un anno fondamentale anche per loro, bisognerà capire una volta per tutte, sotto vari punti di vista, se e quanto possono considerarsi punti fermi del progetto Reggina.
No, non ci spaventa assolutamente la parola ridimensionamento. A spaventarci semmai, è il pensiero di un altro anno come quello appena trascorso…
Ferdinando Ielasi
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