Un sogno bruscamente interrotto. La Reggina esce da quei playoff strenuamente rincorsi, e lo fa con pochissimi rimpianti. Due partite giocate male, inutile nasconderlo, nelle quali gli amaranto hanno fatto una fatica enorme a costruire, perdendo anche quella solidità difensiva che aveva rappresentato il marchio di fabbrica del “Cevoli bis”. E’ vero, a Catania tutti gli episodi sono girati dalla parte dei rossazzurri (compresi gli errori di un arbitro che è risultato il peggiore in campo), e di sicuro perdere in un solo colpo Franchini e Kirwan, ovvero gli esterni titolari, rappresenta una alibi non di poco conto. Ma facendo un piccolo passo indietro rispetto all’infausta trasferta del Massimino, va ricordato anche che contro il Monopoli la dea bendata aveva sorriso ad una Reggina che fino all’eurogol di Ungaro aveva prodotto solo un colpo di testa da due passi di Gasparetto, senza mai centrare lo specchio della porta avversaria per oltre 70 minuti.
Lo avevamo detto prima ancora che i playoff cominciassero, per arrivare lontano bisognava cambiare “pelle” in fase di interpretazione di gioco. La missione in questo senso è fallita, la prova del nove si è trasformata in una batosta. Archiviata Catania, è tempo di bilanci. Il cammino di Cevoli e dei suoi ragazzi resta positivo, considerando le peripezie che hanno contrassegnato la parte di stagione da luglio a dicembre. Era fondamentale entrare nei playoff per dimostrare attraverso il campo quanto fosse cambiato il vento in riva allo Stretto, e l’obiettivo è stato raggiunto. Considerato il valore dell’organico, non siamo d’accordo con chi parla di “impresa” riferendosi al sopracitato traguardo. L’impresa semmai sarebbe stata vincere la post season, ma come detto prima, per quanto espresso da Conson e compagni sull’eliminazione c’è poco da discutere.
Nei giorni a venire, l’amarezza sarà sostituita dalle parole “ambizioni”, “strategie” e “programmi”. A ben vedere dunque, ci sono tutte le componenti per tornare subito a sorridere. L’entusiasmo riportato da Luca Gallo e la consapevolezza di essere di nuovo protagonisti, saranno il motore che avvicinerà la “macchina amaranto” ad una serie C che si preannuncia tra le più belle di sempre, per il blasone delle piazze che vi parteciperanno. La Reggina ripartirà con una base importantissima. C’è una proprietà forte, di livello assoluto. C’è una squadra che per, almeno sulla carta, per lottare al vertice avrà bisogno di tre, massimo quattro ritocchi. E dulcis in fundo, c’è un pubblico che se stimolato a sufficienza è da serie A.
Cancelliamo i brutti ricordi di Catania, o meglio facciamone tesoro, e teniamoci fisso davanti agli occhi lo spettacolo straordinario offerto dal popolo amaranto contro il Monopoli. Sono i 14.000 del Granillo la scintilla da mettere al centro del progetto, è quella la pietra miliare verso un radioso futuro…
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