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La conferenza pre-partita dell’amichevole internazionale con gli svizzeri, seguita in diretta per voi dall’aea 1986 del Granillo.
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SIMONE GIACCHETTA- Siamo veramente onorati di poter ospitare il Sion di Gennaro Gattusoqui al Granillo, dopo averlo fatto al centro sportivo Sant’Agata. Reggina e Sion sono due realtà molto simili, basti pensare a tutti i tifosi reggini che vivono in Svizzera. Ho conosc Sono davvero felice di essere qui accanto a Gennaro Gattuso, che è un vero esempio per tutti noi non solo come campione del mondo, ma anche e soprattutto come uomo. L’ho conosciuto a Milano durante il periodo della mia malattia, ed anche lì, con il suo modo di fare, ha dimostrato di essere un vero campione anche fuori dal campo.
GENNARO GATTUSO- Ringrazio Giacchetta per le belle parole, sono contentissimo di poter passare 10 giorni nella mia Calabria. Quando ho convinto il mio Presidente a scendere qui, ero convinto che le società che ci avrebbero ospitato avrebbero fatto una gran bella figura, e così è stato. Questa amichevole è stata organizzata dalle due società , anche perchè il nostro direttore generale, da qualche anno, ha un ottimo rapporto con la Reggina. Le differenze con il calcio italiano sono parecchie, basti pensare che al Milan avevamo 150 dipendenti, al Sion ce ne sono 10. Ho scelto la Svizzera per mettermi in gioco: sono io a disposizione degli altri, e non viceversa.
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Siamo quarti, a sette punti dal primo posto: la squadra è in linea con l’obiettivo di inizio anno, ma secondo me possiamo fare ancora meglio di quanto fatto finora. La mia scuola calcio? I problemi principali nascono con i genitori, i quali pretendono che i loro figli giochino sempre Ai giovani fa bene il contatto con gli altri e la vita nello spogliatoio, ma a volte i loro genitori, invece di aiutarli, diventano la loro rovina.
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Dopo la malattia agli occhi, ho scelto di proseguire la mia carriera in un campionato duro, rifiutando proposte da Dubai e Dalla Cina. Chiudere la carriera nel calcio calabrese, e magari con la maglia della Reggina. Io sono giunto al game over, come si dice in gergo: dopo aver indossato per tanti anni la maglia del Milan, squadra di cui sono anche tifoso, ho deciso di intraprendere l’avventura estera, dopo di che mi piacerebbe fare l’allenatore.
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No, non entrerò in politica, è una cosa che non mi appartiene. Per fare il testimonial della Regione Calabria, non ho mai preso una lira.
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Quando venivo a giocare a Reggio, avevo sempre paura di una accoglienza fredda o addirittura ostile, visto che io sono cosentino, e tra cosentini e reggini c’è sempre stata una fortissima rivalità . Nonostante questo tuttavia, il pubblico di Reggio mi ha sempre trattato bene, anche quando la posta in palio tra le due squadre era molto alta. Verso la Reggina, ho sempre avvertito una grande stima.
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Giacchetta calciatore? Era uno che lottava, un leader amato e rispettato dai compagni. Per farvi capire quanto fosse considerato, vi dico che Pirlo lo imitava…
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Fabrizio Cantarella-reggionelpallone.it
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