Non è una rivoluzione, perchè queste regole già erano in vigore (più o meno) nell’ultima stagione. Ma in questo momento è un segnale forte per rilanciare il vivaio nazionale e slavare le casse dei club. La Figc ha dato le indicazioni, le leghe le stanno sviluppando. E’ vero, manca un po’ di coordinamento tra le componenti e con il tempo è auspicabile che le iniziative vengano articolate dalla stessa Figc (guardando anche ai Dilettanti). Ma intanto due grandi serbatoi come la Serie B e la Lega Pro fanno sul serio.
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Il messaggio per le società è: volete i contributi? Bene, allora mettete in rosa (e mandate in campo…) più giovani possibile. Altrimenti, nisba. Chi non rispetta l’indicazione non viene penalizzato, semplicemente non prende soldi. Qualcuno (pochi) forse ne può fare a meno, ma in tanti potranno sopravvivere.
IN B – La Serie B prosegue nel percorso avviato due anni fa e ha rivisto le modalità di composizione delle rose. E’ un codice di autoregolamentazione sottoscritto dai club ma non ancora ufficializzato.
In rosa ci potranno essere solo 19 “over”, gli altri dovranno esser quelli nati dal 1989 in poi (ma non in prestito secco: ci dev’esser un diritto di riscatto parziale o totale), due dovranno esser del 1988 (ma solo se già in rosa nel 2009-2010) e fino a quattro potranno esser i “giocatori bandiera”. Questi ultimi prima dovevano esser stati tesserati tra i 14 e i 21 anni, ora possono esser under 30 che nel 2010/11 arrivano alla quarta stagione di fila di tesseramento nel club.
Le società devono depositare una lista prima del campionato (22 agosto) e la potranno modificare alla fine del mercato (31 agosto) quando sarà depositata quella definitiva.
I CONTI – Ma di quanti soldi stiamo parlando? In Serie B sono in ballo 5 milioni a società : circa 2 sono relativi ai diritti tv (e quelli nessuno li tocca) altri 3 sono quelli per i giovani. L’importo anche in questo caso varia a seconda dei minutaggi e del piazzamento.
L’ESEMPIO – Se qualcuno teme che con tanti giovani scada la competitività vada a chiedere al Cesena. Nel 2009 sono saliti in B incassando quasi 900 mila euro (terza cifra su 36 club) adesso sono arrivati in A prendendone quasi 500 mila (il massimo, visto che la B prevedeva un tetto). Giovani, idee e passione: proprio quello che manca al nostro calcio.
Nicola Binda
Reggionelpallone.it – Gazzetta dello Sport del 5 Luglio 2010
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