Cuore e polmoni. La Reggina si riscopre vincente, inaugurando il “Cevoli-bis” come meglio non avrebbe potuto ed espugnando uno dei campi più ostici del girone C. Al di là di qualche episodio favorevole, Conson e compagni hanno vinto da squadra, mostrando una versione “coltello tra i denti” che in serie C è assolutamente indispensabile.
Al suo ritorno in panchina dopo due mesi, Cevoli aveva chiesto apertamente una reazione dal punto di vista mentale, visto che i suoi ragazzi gli erano sembrati parecchio scarichi sotto questo punto di vista. La risposta, in tal senso, è arrivata, ed è sicuramente confortante. Al Simonetta Lamberti si è vista una Reggina pronta a soffrire, e se è necessario anche a stare alle corde, ma senza mai dare la sensazione di poter affondare o finire al tappeto. Abbiamo già sottolineato come il tecnico sammarinese ci abbia messo del suo in questo successo fondamentale, dando vita ad una grande lettura del match con l’azzeccatissimo cambio Zibert-Martiniello. Fare calcoli è prematuro, per non dire inutile, ma la netta sensazione è che basteranno due punti tra Casertana e Vibonese, per poter centrare un obiettivo, quello dei playoff, il cui raggiungimento fino a domenica 14 aprile sembrava essersi fatto di nuovo maledettamente complicato.
Probabilmente Roberto Cevoli non sta cercando rivincite, ma portando la barca in porto otterrà una grande vittoria anche dal punto di vista personale. L’esonero del tecnico dopo Reggina-Catanzaro, non ha colto di sorpresa chi conosce a fondo l’ambiente amaranto, e se è vero come è vero che all’ex difensore è stato riconosciuto a più riprese di aver fatto un lavoro importante in un momento complicatissimo, è anche giusto ricordare che non sono mancati né i mugugni per più di una prestazione che fino a dicembre non è sembrata all’altezza, né le perplessità per qualche scelta di campo apparsa più che cervellotica. Se la Reggina andrà ai playoff dunque, Cevoli dimostrerà a chiunque quanto fosse sbagliato pensare che per alzare l’asticella e provare a vincere già da quest’anno, serviva un altro tecnico (a gennaio lo abbiamo pensato anche noi, è giusto prendersi le responsabilità e metterci la faccia). Scontato, per non dire superfluo, aggiungere che gli auguriamo di riuscirci, e che in caso di ulteriori risultati positivi siamo pronti a recitare il classico “mea culpa”.
Reggina rigenerata dunque, ma attenzione a non ripetere lo stesso errore dell’immediato post-Catania. La prestazione show contro gli etnei, aveva illuso tutti che gli amaranto ormai fossero riusciti a trovare la loro strada, il loro percorso vincente. Sono bastati 180 minuti, per capire che una rondine non fa primavera. I tre punti di Cava sono ossigeno puro, ma guai ad abbassare la guardia, anche perché sabato arriverà al Granillo una squadra che per qualità ed esperienza non ha niente da invidiare a nessuno. Nessun volo pindarico, semmai è giusto concentrarsi su quello che ancora bisogna migliorare. In certi momenti della stagione il risultato conta molto più del gioco, e questo lo abbiamo sottolineato a chiare lettere, ma è anche vero che prima o poi, specie in questi playoff che rappresentano un “campionato nel campionato”, sarà il gioco a spostare gli equilibri. Cava de ‘Tirreni lascia in eredità tante cose positive, ma anche aspetti su cui c’è da lavorare, come la grande difficoltà a far girare palla per vie centrali, il ritmo della circolazione della sfera e le amnesie di una difesa che a livello generale offre solidità e garanzie, ma che continua a “rischiare di rovinare tutto” per blackout improvvisi.
Altri 180 minuti, prima di guardare da spettatori interessati una giornata che regalerà tre punti a tavolino: gettare via tutto proprio adesso, sarebbe veramente delittuoso…
f.i.
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