Le grandissime ambizioni alla vigilia del campionato, sono state letteralmente surclassate da periodi difficili durante lo stesso. Con il cambio allenatore, e quindi l’arrivo di Novellino, il Catania sembra aver decisamente cambiato volto: adesso è caccia alla B.
Domenica, gli etnei, sbarcheranno a Reggio Calabria. Noi di RNP abbiamo contattato Nicolò Marchese di News Catania, il quale presenterà il match del Granillo.
SUL MOMENTO DEGLI ETNEI – Il momento del Catania è indubbiamente positivo. La squadra con Novellino ha cambiato volto, riacquistando fiducia ed autostima e mostrando quel carattere che con Sottil era mancato.
PUNTI DI FORZA – Solidità difensiva ed affiatamento della coppia Marotta-Di Piazza. Oltre all’entusiasmo ritrovato, sono questi i fattori che hanno sancito la rinascita del Catania. Senza trascurare il feeling immediato della piazza con Novellino e la “tregua” tra società e tifoseria che sarà componente fondamentale nella corsa alla B.
COSA NON VA? – Il tempo, paradossalmente. Il Catania ha ritrovato se stesso troppo tardi, forse. La Juve Stabia è a +6, non ad una distanza incolmabile, ma guardando al cammino dei campani è difficile prevedere altri passi falsi come quella di domenica. Se la dirigenza avesse deciso di cambiare Sottil prima le cose sarebbero potute andare diversamente, ma col senno di poi è facile.
CATANIA-PRIMO POSTO? – Vado controcorrente: la corsa al primo posto non è stata riaperta dalla sconfitta della Juve Stabia a Catania. I campani hanno un vantaggio troppo ampio sulle altre, considerata la sconfitta del Trapani contro la Virtus Francavilla e la partita in meno rispetto ai siciliani. Se la formazione di Caserta non perderà la bussola dopo il k.o. di Catania, resterà ancora l’assoluta favorita. In caso contrario, in pole ci sarebbero proprio gli etnei, più del Trapani.
SUGLI AMARANTO – La Reggina ha uno dei migliori organici del girone. Sul suo campionato incide troppo la penalizzazione, altrimenti i playoff sarebbero già realtà. Il tempo e lo spazio per entrare tra le prime dieci c’è ancora, ma non bisogna più sbagliare. Mi sento di dire, comunque, che la dirigenza non deve commettere l’errore di avere troppa fretta: un’annata di transizione ci può stare, specie se si analizza attentamente da dove è partita la nuova società. Mettere in dubbio Drago mi sembra eccessivo.
Roberto Foti
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