La voglia di tornare in panchina, la consapevolezza di non poter più sbagliare le scelte, la crisi del sistema calcio. Fino ad arrivare alla sfida di domenica pomeriggio tra Reggina e Catania, squadre da lui allenate in serie A ed in serie B. Elogi e riconoscenza ai siciliani, ma quando si tratta di far parlare il cuore, Gianluca Atzori non ha dubbi…
Partiamo dal presente, e dalle notizie che ti hanno dato ad un passo dalla panchina dell’Alessandria…
Posso dire che sono stato vicino a concludere con tre società del nord, ma alla fine ho declinato. Sono convinto di poter riprendere in mano la mia carriera, ma allo stesso tempo non voglio più commettere alcuni errori fatti in passato. Vado in cerca non dico di un progetto, perché ormai ho capito che nel calcio di oggi la parola progetto non esiste, ma quantomeno di una società che mi trasmetta forza e solidità .
Mente proiettata alla prossima stagione, o speri ancora di “salire in corsa” in questo rush finale?
E’ ovvio che più il tempo passa e più si fa debole la speranza di tornare in pista in questa stagione. In ogni caso, ripeto, l’importante sarà non sbagliare scelta e sposare la causa di chi vorrà costruire qualcosa di concreto.
A proposito di scelte sbagliate, quella di Vercelli dello scorso anno lo è stata, visto che ti hanno dato solo tre settimane di tempo…
Diciamo che lì l’hanno fatta da padrone i calciatori, i quali erano troppo legati a Grassadonia e quindi hanno alzato un muro. Preso atto di questo, la società ha richiamato Grassadonia nella speranza di mantenere la B, anche se poi non ci sono riusciti.
Da Gravina a Ghirelli, nelle ultime settimane il messaggio è stato unanime: ridare credibilità ad una serie C che mai come quest’anno è sembrata un teatro dell’assurdo. Sarà la volta buona?
Ho una enorme fiducia in Ghirelli, si tratta di un dirigente eccezionale e sono veramente convinto che riuscirà a cambiare le cose in serie C. Sono anni che lo dico, il calcio deve tornare ad essere un mondo per professionisti e competenti, basta improvvisazione.
Domenica ci sarà Reggina-Catania. I rossazzurri li hai guidati in A, nel 2010, anche se l’esperienza si è conclusa a dicembre: hai mai pensato che con Maxi Lopez in squadra, le cose potevano andare diversamente?
Esatto, il rimpianto è proprio quello. Sotto la mia gestione in attacco avevamo Morimoto, ancora acerbo, e Plasmati, riguardo il quale dovevamo capire se fosse adatto o meno alla serie A. Quella squadra giocava bene, a detta anche dei dirigenti, ma spesso non riusciva a finalizzare. A gennaio, dopo il mio esonero, presero uno come Maxi Lopez, che fu determinante ai fini della salvezza..
Riguardo l’esperienza di Reggio invece, che effetto ti fa sapere che i 20.000 spettatori portati dalla tua Reggina al Granillo, per i playoff col Novara, rappresentano il record di presenze degli ultimi nove anni?
Da un lato è una cosa che mi inorgoglisce, dall’altro mi fa un enorme dispiacere, perché significa che la Reggina non è tornata ai livelli che le competono. Ho vissuto Reggio da calciatore e da mister, per calore e passione parliamo di una delle piazze più importanti del sud Italia
Una piazza che è tornata a sognare, con l’avvento del Presidente Luca Gallo…
Non lo conosco personalmente, ma me ne hanno parlato benissimo. Gli auguro di riuscire nell’intento di riportare in alto la Reggina, dopo anni di difficoltà il popolo amaranto merita di tornare a vivere le emozioni che ha già conosciuto..
La Reggina si gioca tutto in chiave playoff, stesso dicasi per il Catania in ottica primo posto. Che sfida ti aspetti domenica pomeriggio?Â
Una sfida in cui saranno fondamentali sia l’approccio che le energie nervose. Il Catania ha qualcosina in più dal punto di vista dell’organico, la vittoria con la Juve Stabia dimostra tutta la forza dei rossazzurri. La Reggina però, gioca in casa, ed il pubblico del Granillo può rivestire un ruolo molto importante, per non dire fondamentale. Di sicuro è una partita da tripla, che sfugge ad ogni pronostico..
Per chi tiferà Gianluca Atzori?
Per la Reggina, senza dubbio. Senza nulla togliere al Catania, che mi ha dato la possibilità di allenare in serie A e che merita anch’esso palcoscenici decisamente migliori, il legame con Reggio e con i colori amaranto è tutta un’altra storia.
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